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La fase terminale di una malattia comporta per il malato una sofferenza che non può essere ridotta al solo piano fisico, ma che investe anche la sfera spirituale, psichica, economica, sociale.

Le cure palliative sono dunque quell’insieme di interventi che mirano a dare sollievo e a prevenire il più possibile le sofferenze globali del paziente, in un approccio olistico in cui, oltre alla terapia del dolore, si presta attenzione alla qualità e alla dignità della vita del malato terminale e delle persone a lui vicine.

In effetti, anche il Codice di Deontologia medica prevede che, di fronte al dolore del malato terminale, il medico fornisca assistenza morale e terapeutica per alleviarne il più possibile le sofferenze, fin quando sia utile in virtù dello stato di coscienza del paziente.

Se i malati di cancro sono i principali destinatari delle cure palliative, esse si rendono necessarie anche per gli affetti da molte altre patologie, come le malattie degenerative croniche o neurologiche, le malattie respiratorie croniche, le demenze senili e presenili, le malattie epatiche e renali in fase avanzata e alcune malattie infettive, ad esempio l’Aids.

Negli ultimi quindici anni sono stati presi vari provvedimenti legislativi per favorire l’accesso alle cure palliative e costituire una rete di assistenza ai malati terminali. L’obiettivo era quello di riuscire a integrare assistenza ambulatoriale e domiciliare con la possibilità di ricovero in ospedale e nei centri propriamente dedicati alle cure palliative.

La realizzazione di tali centri, gli hospice, su disposizione della legge 39 del 26 febbraio 1999, è stata affidata delle Regioni: sul territorio nazionale, così, si è venuta a creare una situazione piuttosto disomogenea a seconda degli interventi promossi a livello regionale.

Nel 2008 è stato poi stipulato un accordo con le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, in merito alla particolare assistenza da dedicare ai minori per cui siano necessarie cure palliative.

Più recentemente, è la legge 38 del 2010 a enunciare chiaramente il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, grazie all’istituzione di due reti di cura integrate. La legge stabilisce inoltre che vengano finanziate le necessarie campagne informative, indica le funzioni e i programmi di formazione dei professionisti coinvolti e incarica del monitoraggio delle reti una struttura ministeriale appositamente creata.

Tuttavia, malgrado gli interventi legislativi, i dati raccolti dal Rapporto Meno dolore. Aspetti critici, difficoltà e buone pratiche nella erogazione dei servizi di cure palliative in Italia (qui va inserito il link alla ricerca) mostrano come siano in effetti ancora molti i passi da compiere perché tutti i pazienti terminali abbiano reale accesso alle cure palliative e, qualora l’abbiano, sia questo corrispondente alla complessità dei loro bisogni.

A Buon Diritto sostiene il diritto reale dei malati terminali ad accedere alle cure palliative, un diritto che non può essere pienamente garantito dalla sola realizzazione delle strutture adeguate e dall’efficace integrazione delle reti di assistenza, ma che passa anche attraverso la diffusione di una vera e propria cultura delle cure palliative.

Rapporto Finale Cure Palliative

Rapporto finale delle cure palliative

Rapporto Finale Cure Palliative

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