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Scrittori Invisibili

a cura di Luciana Scarcia e Tristan Schmidt
Da troppo tempo dichiarato “un’emergenza nazionale” e definito “una vergogna della democrazia”, il carcere rivela in modo sempre più evidente la funzione di “discarica sociale”, di fronte a cui le istituzioni nazionali scontano un colpevole senso di impotenza (messo a nudo anche dalla recente condanna dell’Italia da parte della Corte Europea per i Diritti Umani). Il mero rispetto della legalità, anziché essere il presupposto necessario dell’attività istituzionale, è diventato un obiettivo irraggiungibile, e il principio costituzionale della rieducazione un guscio vuoto.
Si tratta dell’istituzione di uno Stato democratico, le persone che vivono ammassate lì dentro in condizioni disumane vi sono finite in virtù di leggi scritte per punire violazioni di altre leggi. E allora qualcosa non quadra se è possibile che nel luogo deputato al ripristino della legalità e alla punizione dei reati

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