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Sillabari

Sillabari dal carcere

a cura del laboratorio di scrittura di Rebibbia N.C.
Autori: Alessio, Gianluca, Roberto84, Ruggero53, Tommaso Marsella, Ubares

Il carcere è un mondo a parte, dove la peculiarità del linguaggio testimonia la stratificazione nel tempo del modo con cui la società concepisce la pena detentiva: abbondanza di diminutivi dal suono grazioso (domandina, scopino, saletta...), parole inesistenti nel dizionario (spesino, portavitto...) o desuete (mercede), termini scientifici crudi (trattamento), espressioni curiose (ora d'aria). Parole che rivelano un mondo contraddittorio: da una parte luogo d'infanzia dove i soggetti sembrano fare le cose per gioco, dall'altra luogo di cura per individui affetti da malattia. In ogni caso, un mondo dove il linguaggio rispecchia la mancanza di autonomia del singolo e la dipendenza dall'autorità, ma anche la spersonalizzazione e la perdita di dignità.

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