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Mafia, Provenzano resta al 41 bis

regime sorveglianza particolareIl tribunale di Sorveglianza di Roma ha respinto il ricorso del legale nonostante il boss sia in condizioni gravissime. Per i magistrati resta il pericolo di contatti tra Provenzano e l’organizzazione mafiosa

di Redazione online Corriere del Mezzogiorno del 7 gennaio 2015

PALERMO - Il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto il ricorso del legale del boss Bernardo Provenzano, l’avvocato Rosalba Di Gregorio, con cui si chiedeva la revoca del 41 bis per il capomafia. Nonostante il boss sia in condizioni gravissime e in stato quasi vegetale, per i magistrati resta il pericolo di contatti tra Provenzano e l’organizzazione mafiosa.

Rischio contatti con la cosca
Il ricorso del legale puntava sul «cronico e irreversibile decadimento intellettivo e sulla incapacità di comunicare» di Provenzano, elementi che farebbero venire meno la pericolosità che giustifica il 41 bis. I giudici, che hanno respinto il ricorso, danno per acquisito il decadimento cognitivo accertato da diverse perizie, ma, sulla base di una relazione di novembre, sostengono che il boss, se stimolato, è in grado di muovere gli occhi e dire qualche parola di senso compiuto, anche se le funzioni motore sono compromesse e Provenzano non è in grado di mantenere l’attenzione per più di qualche secondo.«Tuttavia - scrivono - non è venuto meno il pericolo che Provenzano, capo indiscusso di Cosa nostra e punto di equilibrio tra le sue varie componenti, possa mantenere i contatti con l’organizzazione». Per il tribunale il deficit mentale «non esclude in termini di certezza che il boss possa impartire direttive criminali anche attraverso i familiari». Ricordando quando, da latitante, dava ordini attraverso i pizzini, i giudici sostengono che in un attimo di lucidità il capomafia potrebbe dare indicazioni in grado «di assumere una valenza significativa e fatte pervenire all’esterno».

Il legale: se ne riparlerà in Cassazione
«Per le violazioni di legge contenute nell’ordinanza del tribunale di sorveglianza se ne parlerà in Cassazione. Per gli insulti alla logica, non occorre parlare: basta leggere il provvedimento». Così il legale di Bernardo Provenzano, l’avvocato Rosalba Di Gregorio, ha commentato la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di rigettare il ricorso contro il 41 bis per il capomafia, nonostante il parere favorevole alla revoca del carcere duro espresso da tre Procure. «Però una domanda serve: a chi giova una motivazione così? - prosegue il legale - Può far dire che, se questi sono i provvedimenti, allora dovremmo stare molto attenti a tutti i rinnovi di 41 bis?».

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