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Il tribunale di sorveglianza:«Provenzano va curato in carcere»

08 ottobre 2014 Il Corriere del Mezzogiorno

Respinta la richiesta di sospensione della pena

PALERMO - Il boss Bernardo Provenzano è gravemente malato, incapace di comunicare e non è più pericoloso. Nel reparto dell’ospedale milanese San Paolo, in cui è detenuto, gli vengono assicurate le cure di cui ha bisogno, sospendergli la pena e farlo uscire o «spostarlo da dove viene monitorato quotidianamente con attenzione selettiva», gli creerebbe un danno. Questa l’argomentazione con cui il tribunale di sorveglianza di Milano ha respinto sia la richiesta di differimento pena per il padrino corleonese gravemente malato, sollecitata d’ufficio dal magistrato di sorveglianza, sia quella di detenzione ospedaliera avanzata dai suoi legali, Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà. «Ritiene il collegio - scrivono i giudici - che non sussistano i presupposti per il differimento dell’esecuzione della pena atteso che Provenzano, nonostante le sue gravi e croniche patologie, stia al momento rispondendo ai trattamenti sanitari attualmente praticati che gli stanno garantendo, rispetto ad altre soluzioni ipotizzabili, una maggior probabilità di sopravvivenza».

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