Sistema di accoglienza
La Debolezza Europa
16-06-2015
Lorenzo Fanoli
I bambini, le donne e gli uomini accampati sugli scogli di Ventimiglia, alla stazione centrale di Milano e alla stazione Tiburtina di Roma, che le istituzioni europee non sanno accogliere e proteggere come dovrebbero, ci dicono cose di assoluta importanza sul nostro futuro di cittadini europei. Ci parlano allo stesso tempo del loro e del nostro futuro che dipenderà anche dal modo in cui verranno accolti e ammessi in Europa.
I bambini le donne e gli uomini non accolti dai governi europei stanno mettendo a nudo in tutta evidenza la debolezza della cosiddetta Fortezza Europa di fronte al resto del mondo.
Perché il fatto che il continente con la proporzione maggiore di popolazione “benestante”, con le istituzioni statali e il sistema di leggi e garanzie per i suoi cittadini più consolidate del pianeta non riesca a gestire in maniera dignitosa l’accoglienza e il transito di qualche migliaio di persone che abbandona guerre e poteri selvaggi ci mostra quanto sia diventato precario il nostro sistema sociale di protezione.
I vari imprenditori politici della paura e gran parte degli opinion maker occidentali recitano il seguente mantra: “con la crisi che c’è qui da noi come possiamo accogliere qualcuno che viene da fuori?”
Al contrario la preoccupazione dovrebbe essere ribaltata: “in quale strada senza uscita si è messo il continente con la maggiore capacità (a volte anche molto feroce) inglobante del pianeta se non riesce a proteggere dalla guerra qualche migliaio di cittadini che vengono da fuori?”.
“Siamo davvero così in pericolo? Siamo davvero ridotti ad asserragliarci ad alzare impossibili ponti levatoi in attesa dell’assalto finale dei barbari?”. Le risposte che si sono realizzate attraverso l’impegno di alcune istituzioni locali (prima fra tutte il Comune di Milano) e la mobilitazione dei cittadini che stanno raccogliendo e distribuendo viveri, vestiti, medicinali con grande abbondanza, generosità e, anche, organizzazione dimostrano da sole che non è così.
Non è pensabile che in condizioni di normalità di relazioni istituzionali e amministrative non sia stato possibile a Roma, a Milano e anche a Ventimiglia mettere a disposizione qualcuna delle caserme dismesse e vuote per i giorni necessari alla prima accoglienza.
Francamente sarebbe un insulto all’intelligenza dei cittadini europei pensare che gli eventi di questi giorni attentino anche solo fantasmaticamente al loro benessere.
Ben più destabilizzante è invece la dimostrazione di debolezza istituzionale dimostrata dall’incapacità di garantire la protezione e anche dagli allarmi che periodicamente vengono lanciati su presunte emergenze sanitarie (oggi è la scabbia, una cosa molto più facilmente debellabile delle pediculosi che periodicamente colpisce a ondate buona parte della nostra popolazione scolastica) che comunque vengono evocate ogni qualvolta esseri umani si presentano ai confini con i loro corpi indeboliti.
Se di paura si deve trattare credo che sia ben più credibile e disperante quella dell’affermarsi di istituzioni la cui principale preoccupazione sia quella di garantire l’insieme degli individui la cui unica mobilità e diritti ammessi siano quelli che si realizzano attraverso un terminale, rigorosamente personale e non cedibile, per fare acquisti on-line; piuttosto che l’invasione di qualche Stato Islamico attraverso i corpi e i volti dei bambini e delle bambine eritrei che stanno attraversando il nostro Paese in questi giorni.