Sistema di accoglienza
Rapporto MSNA e minori stranieri accompagnati a Roma
Il rapporto "Roma: minori stranieri accompagnati e non" ( che puoi scaricare qui: Rapporto MSNA e minori accompagnati) rappresenta il frutto di un lavoro pluriennale da parte degli operatori di A Buon Diritto, che nel corso delle loro attività di sportello legale hanno avuto modo di seguire e monitorare l’applicazione effettiva delle norme a tutela dei minori stranieri, rilevando buone pratiche e criticità. Il tema dei minori stranieri è estremamente complesso e richiede una preparazione molto specifica, in quanto si tratta di soggetti beneficiari di un'ampia gamma di diritti che tuttavia non sempre vengono riconosciuti o che il minore stesso difficilmente riesce a far valere autonomamente. Il complesso delle norme che regolano in maniera dettagliata lo status del minore straniero è molto articolato e coinvolge numerose branche del diritto, spaziando su più piani: internazionale, europeo e statale. Ciò dimostra quanto sia considerato fondamentale avere cura di un soggetto così vulnerabile.
Inoltre, il minore straniero rappresenta il futuro della nostra società e pertanto è indispensabile che goda di uno sviluppo armonioso e completo della propria personalità, come sancito dalla Convenzione sui diritti dell’adolescenza e dell’infanzia. Nonostante la figura del minore straniero sia disciplinata in maniera quasi uniforme, è opportuno distinguere due macro-categorie: il minore straniero accompagnato e il minore straniero non accompagnato (MSNA), a seconda che sul territorio nazionale sia presente o meno un genitore o un tutore. Nel primo caso, infatti, la tutela del minore sarà più efficace grazie alla presenza di un adulto che possa farsi carico delle sue esigenze. Nel secondo caso saranno le istituzioni, su più livelli, a dover garantire al minore tutto ciò che gli occorre per ricongiungersi con la famiglia o, se impossibile, fornirgli tutti gli strumenti per un’efficace inclusione sociale ed evitare qualsiasi forma di abuso. È estremamente preoccupante constatare che nel 2016 siano giunti in Italia 25.846 minori stranieri non accompagnati, ma che le domande di protezione internazionale presentate dagli stessi siano solo 5.984. Ciò può dipendere da più cause (ad es.: traffico o tratta di minorenni; attraversamento irregolare di una frontiera europea interna per ricongiungersi con parenti o amici), ma sicuramente denota una scarsa capacità di comprensione e gestione del fenomeno, tanto a livello statale quanto comunitario.
Anche i minori stranieri che si sono stabiliti in Italia in maniera regolare a vario titolo (ad es.: domanda autonoma di protezione internazionale; ricongiungimento familiare con genitori; estensione della domanda del genitore al figlio minorenne) possono essere vittime di un sistema che deve assolutamente essere implementato. Sono all’ordine del giorno le notizie di accertamenti della minore età effettuati in maniera imprecisa, costringendo un richiedente protezione internazionale minorenne a essere accolto in un centro per adulti, quindi non specifico per le sue esigenze; o di domande di protezione presentate da un genitore che dovrebbero estendersi automaticamente al minore, ma il cui esame viene ingiustamente rallentato o bloccato dalla richiesta del test del DNA per dimostrare il rapporto di filiazione, esame invasivo e facilmente evitabile con l’utilizzo di altri accertamenti. In questa direzione va la nuova legge 47/2017 (o “legge Zampa”, dal nome della prima firmataria), che costituisce un’interessante novità anche nel panorama europeo, e si orienta verso una maggiore tutela dei diritti dei minori stranieri non accompagnati. Così come sulla stessa linea si muove il decreto del Presidente del consiglio dei ministri 234/2016 in materia di accertamento della minore età per minori stranieri non accompagnati vittime di tratta. Questo rapporto è il racconto dell'esperienza di A Buon Diritto con i minori stranieri nella città di Roma.