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Giornalisti rifugiati

Il primo giornalista rifugiato e la sua All Tv

l'Unità, 16-11-2013
Italia-razzismo
Due settimane fa è stato presentato a Milano il progetto «All tv». Si tratta di una web tv visibile dal sito www.all-tv.tv, realizzata da Jean Claude Mbede con il sostegno dei fondi europei per i rifugiati (appena 15mila euro). L’ideatore di questo programma è un giornalista camerunense rifugiato in Italia che da pochi mesi ha ottenuto dal ministero della Giustizia il riconoscimento della professione.
Una procedura che per i rifugiati si rivela lunga e complessa e in Italia, finora, solo lui è riuscito a portarla a termine. È, così, l’unico rifugiato giornalista iscritto all’ordine nazionale. Ce l’ha fatta innanzitutto grazie alla sua tenacia, alla sua intraprendenza e vivacità intellettuale: qualità che l’hanno spinto a partecipare al progetto di formazione finalizzato alla realizzazione della web tv e, poi, alla messa in rete della stessa. La novità di «All tv», rispetto ad altri prodotti simili già esistenti (e in alcuni casi che hanno avuto davvero una vita molto breve) riguarda il fatto che non vuole essere il canale di comunicazione di una singola comunità, ma si propone come lo spazio di informazione per tutti e di tutti: stranieri e non.

Finora, in Italia, ogni gruppo etnico si era dotato di un piccolo mezzo di comunicazione esclusivo che utilizzava solo la propria lingua e che trattava solo di temi inerenti alla propria comunità. Si trattava di uno sguardo a senso unico che non dava la possibilità, a molti stranieri in Italia, di comunicare all’esterno le proprie attività, i propri progetti e anche le proprie problematiche. «All tv», invece, non ha questo limite e, come si legge dal sito, «riunisce i professionisti delle comunità straniere e li porta ad incontrare i professionisti italiani e costruire un ponte per creare un dialogo fra le comunità stesse e tra le comunità e la società italiana». Ecco perché All tv produce servizi, documentari, trasmissioni e molto altro esclusivamente in italiano. Solo i blog sono in lingua e rappresentano il contatto con i visitatori stranieri interessati a come il fenomeno dell’immigrazione viene trattato e vissuto in Italia.

Nel sito, nonostante la recente inaugurazione, sono già numerosi i contenuti video e non, che mettono in luce come quei cinque milioni di immigrati presenti in Italia non costituiscano una realtà temporanea. Proprio per questa ragione sarebbe ora che anche le riforme politiche e amministrative andassero in questo senso e che la lettura dell’immigrazione perdesse quel carattere emergenziale che l’ha connotata fino ad ora. Un primo passo potrebbe essere quello di calendarizzare al più presto, alla Camera o al Senato, la riforma della legge sulla cittadinanza che, attualmente, non prevede ancora una forma di ius soli. Contestualmente potrebbe essere discussa la modifica dell’attuale legge sull’immigrazione che fa della presenza regolare un’ossessione, senza però prevedere investimenti utili all’accoglienza o a condizioni che favoriscano tale regolarità.

Pubblicato: Sabato, 25 Ottobre 2014 13:27

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