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Slegami

Je so’ Pazz – l’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario occupato

OpgOltremedianews, 07-03-2015
Grazia Serra

“La giustizia vincerà”. È una delle tanti frasi che ho letto in una cella dell’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) “Sant’Eframo”. Un immenso edificio nel cuore di Napoli, tra via Salvator Rosa e via Imbriani, nel quartiere Materdei. Un posto abbandonato dal 2008.
Un susseguirsi di celle che trasmettono un tumulto di emozioni. Alcune sono così piccole che non vi è nemmeno il posto per un letto, forse un tempo celle di massima sicurezza. In altre stanze non c’è scritto nulla sulle pareti, basta guardare per terra per capirne il motivo. Si vedono cementati nel pavimenti i piedi dei letti di contenzione, oggi tagliati e portati via non si sa da chi e per quale motivo. In una cella è visibile ancora la spalliera di uno di questi mezzi di coercizione.

Non sono state portate via tutte le fasce che servivano per legare le persone a quei letti. Rotoli ammucchiati di fasce di contenzione dentro scatoloni chiusi in una stanza. Vestiti, occhiali, scarpe ammucchiate, documenti che cerchiamo di evitare di calpestare passando in queste stanze. Ci sono fotografie e lettere forse mai consegnate. C’è la lettera di una nipote che scrive allo zio che è ricoverato in Opg, la foto di una sorella che mostra al fratello il giorno del suo matrimonio, immagini di bambini, lettere piene d’amore, quell’amore che forse avrebbe dato tanto sollievo a quelle persone private di tutto. Persone che venivano controllate continuamente, ci sono ancora degli accappatoi e ciabatte vicino alle docce, separate da una grande vetrata, che permetteva alla polizia penitenziaria di non perderle mai di vista.

Questo immenso edificio prima ancora di essere un Opg era un Monastero. Ci sono molti cortili interni, un orto, giardini, un teatro, una chiesa saccheggiata di tutto, un campo di calcetto. In un’altra ala della struttura le camere sono più grandi, era la zona che ospitava gli agenti e il direttore. In una grande sala c’è ancora un grande biliardo e la foto del Presidente della Repubblica Cossiga appesa al muro. Siamo nella stessa struttura, ma si respira un’aria diversa.

Da lunedì 2 marzo alcuni collettivi universitari di Napoli hanno deciso di occupare l’ex Opg, vogliono che venga restituito alla cittadinanza. “Lo abbiamo riaperto dandogli il nome di una famosa canzone di Pino Daniele, perché se la normalità è questo schifo, noi siamo pazzi e vogliamo cambiare le cose” queste sono le parole dei tanti ragazzi che stanno cercando di ridare vita e un posto dimenticato, saccheggiato, completamente abbandonato. Vogliono creare un archivio con i documenti ritrovati all’interno dell’edificio per fare in modo che le storie di quelle persone non vengano dimenticate. La polizia penitenziaria ha provato a farli andare via, ma loro resistono. Sulla loro pagina facebook EX OPG OCCUPATO – JE SO’ PAZZ chiunque voglia può sostenerli in questa loro battaglia.

Se questo posto da luogo di reclusione, di privazione di libertà e dignità diventasse un luogo di cultura, forse questi ragazzi realizzeranno il desiderio di quella persona che chiusa nella sua cella scrisse “La giustizia vincerà”.

Fonte immagine: www.fotolog.com

 

Pubblicato: Mercoledì, 11 Marzo 2015 15:16

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