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Privazione della libertà

Una mostra fotografica nel Marais sulle condizioni delle carceri francesi

Camilla Siliotti, 06-05-2015

Dal 4 febbraio al 5 aprile 2015 si è svolta alla MEP, la Maison Europeenne de la Photographie di Parigi, la mostra fotografica di Grégoire Korganow intitolata “Prisons”, “Prigioni”.
L'esposizione presenta un centinaio di fotografie e mostra per la prima volta il lavoro realizzato da Korganow in una ventina di prigioni, tra il 2011 e il 2014, in qualità di Controllore dei luoghi di privazione della libertà in Francia.

Al piano interrato della MEP, in quattro grandi sale, bianche o in mattoncini, illuminate nei punti giusti in modo tale da mettere in risalto le immagini, inizia il percorso dell'esposizione, realizzata con la collaborazione di Processus - laboratorio fotografico professionale.
L'autore stesso scrive: “Nel 2010 realizzo le mie prime fotografie nelle prigioni francesi per il film di Stéphane Mercurio “À l'ombre de la République” (“All'ombra della Repubblica”, produzione Iskra). Incontro allora il Controllore generale dei luoghi di privazione della libertà, Jean-Marie Delarue, che mi nomina qualche mese più tardi controllore. Da gennaio 2011 a gennaio 2014, penetro nel cuore della detenzione in Francia. Visito una ventina di edifici penitenziari. Resto tra i cinque e i dieci giorni in ogni prigione. Posso fotografare tutto, l'interno delle celle, il cortile della passeggiata , i parlatori, le docce, il quartiere disciplinare... Il giorno, la notte. Nessun luogo mi è vietato. La prigione, spazio inaccessibile allo sguardo, suscita il fantasma. La realtà che vi ho sperimentato è poco spettacolare. L'inferno della carcerazione tiene molto all'accumulazione e alla ripetizione di trattamenti indegni che trasformano l'ordinario in un incubo. È questa intimità della detenzione che cerco di fotografare, a colori, in maniera frontale, diretta, senza effetto. Non mi attacco a un aneddoto. Colgo l'indicibile, il tempo che si ferma, la vita che retrocede, che si cancella. Non mostro nessun viso. Non racconto una storia. Mi attengo al trattamento degli individui e della loro integrità. Mi attengo a ciò che la spazialità, i movimenti, le posture, i segni corporali rivelano della condizione carceraria di oggi.”

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La promenade

Ogni persona detenuta ha il diritto di recarsi quotidianamente nel cortile della passeggiata secondo una frequenza e una durata che variano a seconda del tipo di edificio. Nell'istituto di pena (maison d'arret), ci sono due passeggiate al giorno, un'ora la mattina, un'ora il pomeriggio. Nei centri di detenzione e nelle carceri (maisons centrales), l'accesso è libero a patto di rispettare gli orari previsti. I prigionieri devono passare sotto un porticato metallico prima e dopo ogni passeggiata. Possono ugualmente essere perquisiti.
I sorveglianti non entrano all'interno dei cortili di passeggiata che sono, di fatto, sotto il solo controllo dei detenuti. Sono delle zone di “non legge” dove i passaggi di tabacco, i regolamenti di conti, il racket sono frequenti. Le persone più fragili non osano recarvisi.
Le attrezzature sportive sono rare, i ripari per proteggersi dalle intemperie sono insufficienti così come il numero delle panchine o dei tavoli. A volte i muri di cinta sono così alti che il sole non può penetrare. A volte i cortili sono così stretti che i prigionieri possono a malapena camminare.

 

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L'isolamento e la disciplina

Ogni prigione possiede un quartiere disciplinare (o mitard) e un quartiere di isolamento raggruppato generalmente in un luogo specifico, sotto sicurezza e lontano dal resto della detenzione.
Le persone detenute che non rispettano il regolamento interno della prigione si espongono a delle sanzioni disciplinari che sono decise in commissione. Possono essere condannate fino a 30 giorni di cella disciplinare, a un comfort rudimentale. Queste celle, chiamate “cahots”, sono strette, sbarrate, scure, spesso fredde e umide. Qui il quotidiano si limita a una passeggiata di un'ora al giorno in un minuscolo cortile messo in sicurezza, a una doccia e a un parlatorio settimanale. La persona punita non ha la televisione né dei buoni per la mensa, non ha accesso alle attività (sport, lavoro, formazione). Come sola occupazione, può disporre di qualche libro o a una radio portatile.
Il collocamento in isolamento non è una sanzione. Può essere fatto su richiesta del detenuto o del capo dell'edificio. Questa misura è destinata ad allontanare un prigioniero dal resto della popolazione carceraria per la sua sicurezza o perché la sua presenza potrebbe turbare il buon funzionamento della prigione (persona mediatica o considerata come pericolosa, che presenta dei rischi di evasione). Il detenuto messo in isolamento dispone di una cella individuale. Beneficia dello stesso regime di detenzione degli altri prigionieri (mensa, televisione, doccia, parlatorio) ma non può essere in contatto con loro. Una persona in isolamento si sposta poco nella prigione, il suo accesso alle attività è limitato. Dispone di un piccolo cortile da passeggiata.
Certi detenuti messi in isolamento e giudicati pericolosi sono sistematicamente ammanettati quando lasciano la loro cella da sorveglianti muniti di una tenuta di protezione. I loro pasti sono distribuiti attraverso una grata per limitare i rischi d'aggressione.
Il regime d'isolamento non ha una durata massima.

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La vita quotidiana

Quale che sia l'edificio, l'orario presente ha più o meno le stesse caratteristiche.

Ore 7.00: Alzarsi, appello, colazione
Ore 8.30: Attività, docce, passeggiate, infermeria, parlatorio, lavoro, insegnamento
Ore 11.30: Rientro in cella, appello, pranzo
Ore 13.30: Attività simili a quelle della mattina
Ore 17.30: Rientro in cella, appello, cena
Ore 18.00: Chiusura delle porte per la notte

Nei centri di detenzione le persone detenute sono raggruppate in unità di cui le celle sono aperte durante gli orari d'attività. Nell'istituto di pena e nel carcere, le celle sono chiuse. I prigionieri sono autorizzati a scrivere o a ricevere la posta. Possono ugualmente telefonare in cabine installate ai piani o nei cortili delle passeggiate. Il costo delle comunicazioni è elevato. I cellulari sono proibiti. Il pacco postale può essere letto, tradotto, le conversazioni telefoniche ascoltate, registrate e interrotte in ogni momento. Solo le lettere o le chiamate indirizzate agli avvocati, al Controllore generale dei luoghi di privazione della libertà o al Difensore dei diritti sono confidenziali. I detenuti possono comprare diversi prodotti di consumazione alla mensa. La televisione è a pagamento, tra gli 8 e i 15 euro al mese a seconda degli edifici. A parte nelle nuove prigioni, poche celle dispongono della doccia. Questa è proposta nelle sale comuni al ritmo di due o tre volte alla settimana. Le condizioni igieniche sono spesso cattive e le aggressioni fisiche frequenti. I pasti sono presi in cella. Sono serviti su dei piatti individuali chiamati “la gamelle” (la gamella). Lo sport occupa un posto essenziale nella vita del detenuto. Una minoranza di detenuti lavora (il 10% circa). Il salario medio è di 4 euro all'ora. Il codice del lavoro non si applica in prigione. Negli istituti di pena le attività proposte sono poco numerose e la maggior parte delle persone detenute sono inoccupate.

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Scenografia: Marie- Laure metge Escuriol e Grégoire Korganow
Post produzione e tirages: Karoline Consigny/ Processus
Ringraziamenti a Plasticollage

Un libro pubblicato da edizioni Neus Les Belles Lettres accompagna l'esposizione.
Fotografie di Grégoire Korganow per il CGLPL (Contrôleur général des lieux de privation de liberté).

Ringraziamenti
“Ringrazio le persone detenute e il personale penitenziario che mi hanno dato fiducia e che hanno accettato di essere fotografati. Ringrazio Stéphane Mercurio per avermi permesso d'iniziare questo lavoro. Ringrazio Jean-Marie Delarue e tutta la squadra del Controllo Generale dei luoghi di privazione della libertà. Sono particolarmente fiero di essere stato loro collega in questi tre anni. Ringrazio Stéphane Brasca, François Hébel e Mélanie Roger senza i quali questa esposizione non esisterebbe.”

Grégoire Korganow

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Pubblicato: Mercoledì, 06 Maggio 2015 17:36

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