Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Home a buon diritto

Notizie

Il presidente greco: "Fermare i terroristi, accogliere i rifugiati"

presidente greciala Repubblica, 25-11-2015
ETTORE LIVINI

Intervista a Prokopis Pavlopoulos alla vigilia della sua visita in Italia: "La Ue deve difendere la propria cultura democratica e la propria civiltà". Sulla situazione economica del suo Paese: "Stiamo uscendo dalla crisi, a costi enormi per il nostro popolo. Nostro diritto chiedere la rinegoziazione del debito"

ATENE - "Solidarietà per i rifugiati. Tolleranza zero con i terroristi". Il presidente della Repubblica greca Prokopis Pavlopoulos - in visita da domani in Italia - invita a non fare generalizzazioni dopo gli attentati di Parigi. E garantisce che Atene ha "fatto quello che doveva fare" per blindare i confini orientali dell'Unione e prevenire infiltrazioni della Jihad. Lo racconta in questa intervista esclusiva a Repubblica in cui parla anche di euro, Turchia e dei danni dell'austerity sull'economia ellenica.

Cosa si aspetta dall'Europa dopo gli attentati di Parigi? Quale risposta deve dare la Ue al terrorismo del califfato?
"La Ue deve difendere la propria cultura democratica, non cedendo alla paura. Ai terroristi si risponde con i valori della democrazia e della libertà. Va fatta una chiarissima distinzione tra i terroristi da una parte e i profughi di guerra, dall'altra. È inconcepibile qualsiasi confusione. Ai rifugiati, vittime anche degli errori strategici dell'Occidente e dell'Unione europea, dobbiamo mostrare la nostra solidarietà. Per i terroristi, invece, tolleranza zero. La Ue deve identificare la radice del male e tagliarla. E questa radice è la guerra nel Medio Oriente, e in particolare in Siria. Bruxelles ha una responsabilità specifica per mettere fine alla guerra, perché solo lei può vedere la guerra non in termini geopolitici miopi ed egoistici, ma in termini adeguati alla sua democrazia e alla sua civiltà".

Il problema dei rifugiati in Grecia. La situazione è sotto controllo anche dal punto di vista delle possibili infiltrazioni terroristiche?
"La Grecia rispetta tutti i suoi obblighi derivanti dal diritto internazionale ed europeo sul controllo di terroristi, jihadisti o altri. Ci viene riconosciuto da tutti. Nessuno ha osato attribuire alla Grecia qualsiasi forma di responsabilità o mancanza di diligenza riguardo ai crimini orrendi dei terroristi all'interno della Ue. L'egoismo e la paura minano le fondamenta della famiglia europea e non servono a proteggere i popoli, anzi li portano ad una sorta di pericoloso isolamento auto-distruttivo".

Come giudica le barriere anti-rifugiati costruite alle frontiere da molti Paesi?
"Un atto irresponsabile, che dimostra, purtroppo, come alcuni membri della Ue - spero una minoranza insignificante - privilegino i loro interessi piuttosto che la solidarietà che è parte integrante dei nostri valori. Al centro del Vecchio continente non ci sono economia e moneta, ma l'uomo. La tragica crisi dei rifugiati mette tutti davanti alla responsabilità di difendere l'ideale europeo comune".

Il premier Alexis Tsipras ha incontrato nei giorni scorsi il suo omologo turco Ahmet Davutoglu. Come giudica questo incontro? Vede con favore l'ingresso della Turchia nella Ue?
"La Turchia ha un futuro europeo solo se rispetta l'assetto istituzionale e politico europeo, specie riguardo ai principi dello Stato di diritto e dei diritti umani. La Ue non può far entrare Paesi la cui partecipazione comporterebbe sconti al livello di democrazia e di civiltà. Vogliamo la Turchia alleata dell'Occidente e dell'Europa. Ma questo comporta, insieme ai diritti, dei doveri democratici e istituzionali evidenti".

La Grecia è fuori dalla crisi economica o no?
"La Grecia sta uscendo dalla crisi economica a un costo enorme per il suo popolo. Questo popolo ha mostrato segni di volontà e responsabilità senza precedenti per rimanere un membro dell'Unione europea e soprattutto della eurozona. E di questo devono tener conto i nostri partner perché la Grecia non ha futuro fuori dalla Ue, ma lo stesso vale per la Ue senza la Grecia".

Molti dicono che le misure imposte dai creditori siano state eccessive. Cosa ne pensa?
"È assolutamente vero, lo ammettono anche i nostri partner. Si sono sottovalutati gli effetti delle politiche recessive. Per questo ho spiegato anche io ai creditori che sono necessarie correzioni al terzo programma di austerità per frenare in tempo il crollo dell'economia. Mi spiace che si sia reso necessario l'intervento del Fondo monetario internazionale. Temo che i tecnici del Fmi non comprendano pienamente le particolarità dell'eurozona e dell'euro. E molte loro proposte sono sia eccessive che manifestamente erronee, soprattutto per la fissazione sull'austerità senza via d'uscita".

Esiste ancora la possibilità che la Grecia esca dall'euro?
"Nessuna possibilità. Dopo i sacrifici del popolo greco, e per di più anche per colpa degli errori dei nostri partner, l'uscita della Grecia dalla zona euro sarebbe interpretata come un atto intenzionale dalla parte dei nostri partner. E questo non sarebbe solo impensabile, ma metterebbe a grave rischio la coesione e la prospettiva stessa dell'eurozona".

Nei prossimi mesi la Grecia inizierà a rinegoziare il suo debito. Cosa si aspetta?
"Non è una questione di aspettative. È un diritto, e di conseguenza, una rivendicazione della Grecia di richiedere la rinegoziazione del suo debito, come hanno accettato anche i nostri partner. Se non lo fanno, saranno loro responsabili di violazione dei propri impegni. E questa rinegoziazione deve procedere secondo le regole dell'ESM, come sono state interpretate dalla Corte di giustizia dell'Unione europea. La Grecia, quindi, non chiede sul suo debito nulla di più dei suoi diritti, ai sensi del diritto europeo primario e gli impegni assunti dai nostri partner nei nostri confronti, in seguito a una vera e piena realizzazione da parte nostra dei nostri impegni derivanti dal memorandum".

Cosa possono fare assieme Italia e Grecia per cambiare in meglio l'Europa?
"Quello che fecero nei tempi antichi, per ricordare il grande esempio dei nostri antenati. Non dimentichiamo che la Grecia Antica ha portato alla luce la civiltà della democrazia e dell'umanesimo, ma fu grazie a Roma che questa civiltà non è solo sopravvissuta ma ha fatto crescere la civiltà occidentale e la democrazia rappresentativa. Questo è ormai il nucleo anche della civiltà europea di oggi. Così Grecia e Italia, Italia e Grecia, devono lavorare insieme, sulla base dei loro principi e valori comuni, al fine che l'Occidente e la Ue oggi affrontino il terrorismo spietato, disumano e criminale del fondamentalismo islamico. Il quale - dobbiamo chiarire - non ha nulla a che fare con i veri principi della religione islamica. Greci e italiani, italiani e greci siamo gli esponenti autentici - e garanti - dei principi e dei valori umanitari e democratici della civiltà europea: dobbiamo rendercene conto e assumerne le responsabilità".

Pubblicato: Mercoledì, 25 Novembre 2015 11:25

Citrino visual&design Studio  fecit in a.d. MMXIV