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Blitz nel centro di accoglienza "Baobab" a Roma: migranti perquisiti e identificati

art rep 24 novla Repubblica, 24-11-2015
VIOLA GIANNOLI e SALVATORE LUCENTE

La struttura in zona Tiburtina. Portati via 23 stranieri senza documenti. I volontari: "Siamo preoccupati per un possibile sgombero"

Perquisizioni e identificazioni delle forze dell'ordine all'alba a Roma all'interno di un centro d'accoglienza per migranti gestito da volontari, il 'Baobab' di via Cupa, in zona Tiburtina.

Una sessantina tra carabinieri e agenti di polizia sono arrivati al centro verso le 6.30 del mattino bloccando la strada con due mezzi blindati. Poliziotti e militari, anche in tenuta antisommossa e con unità cinofile, sono entrati nel dormitorio per un "censimento" scattato nei giorni dell'allerta sicurezza. L’operazione, spiegano infatti da San Vitale, rientra nel piano per il Giubileo previsto dall’ordinanza firmata dal questore Nicolò D’Angelo. I volontari che gestiscono il centro raccontano che le forze dell'ordine hanno separato chi possiede documenti in regola da chi non ne ha, per portare questi ultimi all'ufficio immigrazione. In tutto sono 23 i migranti, tra cui eritrei, etiopi e magrebini, caricati su un autobus e portati in via Patini. "C'erano anche i cani antidroga - spiega Davide, un volontario - ma non hanno trovato nulla".

I controlli si sono svolti senza grandi momenti di tensione, "a parte - racconta Roberto, un altro volontario - un ragazzo di 17 anni della Guinea che non parla né francese né inglese, tremava, era spaurito ma un nostro volontario lo ha accompagnato insieme alla Digos all'ufficio immigrazione per dargli un po' di supporto".

I volontari, preoccupati "in seguito a voci di un prossimo sgombero della struttura, quando ancora manca una reale alternativa per il ricollocamento dei migranti ospitati", hanno convocato via Facebook un presidio in via Patini "per portare solidarietà ai migranti e chiedere una politica di accoglienza degna".

"Sono controlli che immaginiamo legati a esigenze di ordine pubblico e sull'onda emotiva degli attentati di Parigi - proseguono i volontari - ma noi abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere all'amministrazione comunale e al ministero dell'Interno una soluzione al problema dei migranti a Roma: dallo sgombero di ponte Mammolo a oggi, di fatto, non è stata proposta alcuna soluzione alternativa, l'unica altra struttura è quella gestita dalla Croce rossa in via del Frantoio per soli 55 posti letto. Abbiamo fato presente al dipartimento delle politiche sociali il rischio che il flusso continui anche in inverno, che addirittura con la chiusura delle frontiere sulla rotta balcanica possano determinarsi arrivi anche dall'Adriatico, ma in ogni caso è facile prevedere che con la prossima primavera e la prossima estate si ripeterà quanto già accaduto quest'anno. Ma fino ad oggi siamo rimasti senza risposte".

Qui, in via Cupa, erano arrivati moltissimi dei migranti accampati la scorsa estate a Largo Mazzoni, a pochi passi, accanto alla stazione dell'Alta Velocità. Un piazzale, con "letti" di fortuna arrangiati con i cartoni, poi sgomberato dalle forze dell'ordine. Alcuni, una parte di quegli 800, si erano rifugiati al "Baobab", centro diventato famoso, cinque anni prima, per l'inchiesta di Mafia capitale: qui nel 2010 vennero immortalati a cena l'ex sindaco Alemanno e l'attuale ministro Giuliano Poletti, il ras della 29 giugno Salvatore Buzzi, l'ex assessore Daniele Ozzimo, l'ex presidente di Ama Franco Panzironi e l'onorevole Pd Umberto Marroni.

La struttura, ufficialmente chiusa, è rinata dall'autogestione dei volontari e dalla solidarietà no stop dei romani che hanno portato cibi, medicinali, vestiti e musica nei mesi scorsi a migliaia di "transitanti" (le stime parlano di 35mila persone), ovvero uomini, donne e bambini arrivati per lo più dalla Somalia, dall'Eritrea e dalla Libia che hanno poi lasciato l'Italia verso i paesi del nord Europa come Svezia e Germania. Stanotte gli ospiti erano una sessantina. Ora, dice Davide, "temiamo che alcuni possano essere spostati nel Cie di Ponte Galeria e che ci possano essere espulsioni dall'Italia". A chiederle, com'era prevedibile, il leader della Lega Matteo Salvini che su Twitter ha scritto: "Espellere e chiudere centro che ospitava". Mentre il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha affermato: "I controlli di questa mattina" al centro Baobab di Roma "testimoniano che gli elementi della prevenzione e dei controlli sono efficienti".

Ma i volontari del Baobab non ci stanno e replicano: "Per cinque mesi abbiamo coperto un buco dell'amministrazione pubblica col mero volontariato". "Sarebbe questa la risposta che, come Paese civile, riusciamo a mettere in atto per affrontare l''emergenza profughi'? E' un atto di violenza" si legge sulla loro pagina Facebook. E ancora: "Il terrore in questi mesi al Baobab c'è stato ogni giorno. A partire da Delina, non più di tre anni e dedita a pettinare i capelli delle volontarie. E' una terrorista, sì, perchè se la si guarda negli occhi incute il terrore del senso di colpa suscitato dalla nostra inerzia e dai nostri pregiudizi. E' terrorista anche Adhanet, 35 anni, che ha percorso il Sudan e ha subito le percosse e le violenze della polizia libica in un centro di detenzione nel quale sono stati fucilati davanti a lei quindici uomini. Sono terroristi i 35 mila profughi, accolti da noi mentre tentavano di raggiungere il Nord Europa in fuga da guerre e dittature e provati da un viaggio che passa per l'orrore della Libia e dei barconi. Dove era lo Stato durante questa processione invisibile e silenziosa? Dove era mentre transitavano in Italia da clandestini, senza un nome, per evitare di essere identificati entrando nel meccanismo perverso di Dublino?". "Noi come singoli e come gruppo non smetteremo di dare accoglienza e di impegnarci per Roma - concludono gli "amici del Baobab" - Speriamo perciò nel sostegno dei cittadini, perché ora più che mai ne abbiamo bisogno, gli stessi che non ci hanno mai lasciati soli, e a cui chiediamo di restare al nostro fianco".

Pubblicato: Martedì, 24 Novembre 2015 16:30

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