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"Aiutiamoli a casa loro" o "Teniamoli a casa loro"?

art. huffi 10 novL'Huffington Post, 10-11-2015

Valerio Bini  Presidente di Mani Tese

Mercoledì si terrà a Malta l'ennesimo vertice europeo sulle migrazioni, sarà un vertice straordinario nel quale l'Unione Europea e i paesi africani dovranno trovare un piano d'azione comune sull'immigrazione. A la Valletta sono attesi capi di stato e di governo di 28 Stati membri UE, 35 paesi africani, rappresentanti dell'Unione Africana, dell'ECOWAS e delle Nazioni Unite.

Arrivare a un accordo non sarà cosa semplice perché le parti in causa hanno obiettivi diversi e una lettura del problema non proprio condivisa. Per l'UE, che ha fortemente voluto questo summit, si tratta di dare una risposta, comunque tardiva, alla cosiddetta emergenza rifugiati che negli ultimi mesi ha aperto un pesante conflitto interno all'Unione. Bruxelles chiede la collaborazione attiva dei paesi africani partner nel combattere il traffico illegale e la tratta dei migranti, migliorare la cooperazione in tema di rimpatri, promuovere vie di migrazione legali e la mobilità e proteggere i migranti e i richiedenti di asilo. Ma queste sono esigenze del tutto europee.

Per addolcire la pillola ai paesi africani viene proposto un sostegno dell'UE a iniziative a favore della pace, della stabilità e dello sviluppo sostenibile sul continente africano. Si tratta dell'istituzione del "Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e per la risoluzione delle cause strutturali della migrazione irregolare e l'aiuto agli sfollati in Africa", altrimenti detto "Fondo fiduciario europeo d'emergenza per l'Africa". Il vertice di Malta dovrebbe dare l'ok definitivo all'impegno di 1,8 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell'UE e dal Fondo europeo di sviluppo per finanziare progetti ad hoc in tre regioni che si trovano sulle principali rotte migratorie verso l'Europa: il Sahel e la regione del Lago Ciad, il Corno d'Africa e l'Africa del Nord. Con questo strumento l'UE vorrebbe concretizzare il famoso slogan "Aiutiamoli a casa loro" che gode di crescente popolarità bipartisan non solo in Italia. In realtà, a leggere le bozze dei documenti in preparazione del vertice, sembra che molti paesi dell'Unione vorrebbero condizionare gli aiuti del Fondo a uno sforzo reale dei governi africani per accogliere i migranti illegali rimpatriati dall'UE nei loro paesi di origine. È la politica del "Teniamoli a casa loro" che mesi fa anche il nostro ministero dell'Interno aveva sostenuto, le parole d'ordine sono: frenare i flussi, esternalizzare il controllo e accelerare i rimpatri - con un approccio decisamente più securitario che di sviluppo.

Inutile dire che "tenerli a casa loro" non è proprio il modo più efficace per risolvere le "cause strutturali della migrazione irregolare", soprattutto quando parliamo di paesi come Eritrea, Gambia, Somalia, Sudan e altri dove a governare sono i ben noti regimi autoritari. Nella nostra esperienza cinquantennale di cooperazione in Africa, America Latina e Asia abbiamo visto da vicino quanto fallimentare si sia dimostrata la strategia di condizionare l'aiuto all'adempimento di politiche imposte dai donatori, per questo crediamo che la cooperazione non possa essere usata ancora oggi come moneta negoziale per ottenere un maggiore controllo delle frontiere da parte dei paesi africani.

Al governo italiano chiediamo di fare chiarezza sulla pozione del nostro paese in vista del vertice de La Valletta. Chiediamo un maggiore impegno europeo per i programmi di reinsediamento, al momento completamente inadeguati rispetto al numero di rifugiati presenti nelle aree di crisi, con un'attenzione particolare ai gruppi più vulnerabili, come donne e minori non accompagnati. Contemporaneamente, è indispensabile aprire e rafforzare canali legali per la migrazione, sia per motivi umanitari che di lavoro, non solo altamente qualificato, così come sostenere il ricongiungimento familiare. Sono queste alcune delle richieste che le organizzazioni aderenti a Concord Italia e AOI, tra cui Mani Tese, hanno inoltrato al premier Renzi in una lettera in vista dell'imminente vertice.

Pubblicato: Martedì, 10 Novembre 2015 13:08

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