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Carcere durissimo per 90 superboss

art espre carcerel'Espresso, 5-11-2015
Lirio Abbate

Padrini di mafia, camorra, ’ndrangheta. Trasferiti senza clamore ?in una struttura speciale sarda. Dove vivranno in pochi metri, collegandosi solo in videoconferenza. E' il nuovo 41 bis

Da poche settimane è stato completato il trasferimento in Sardegna di 90 boss detenuti sottoposto al 41 bis, il duro regime carcerario. I mafiosi sono stati sistemati nel nuovo carcere di Bancali a Sassari, realizzato appositamente per ospitare i più pericolosi detenuti che devono sottostare a particolari condizioni. Sono così stati trasferiti mafiosi di Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta provenienti da altri istituti di pena. Nel numero de l'Espresso, in edicola venerdì 5 novembre e online su E+ , vengono fatti i nomi dei boss che adesso sono rinchiusi a Sassari, raccontato il piano segreto che è stato attuato nei mesi scorsi a cominciare da giugno, per il trasporto in aereo dei boss, e viene descritta la nuova struttura di Bancali con celle super sicure e isolate, di dodici metri quadrati.

Un piano coordinato dalal Procura nazionale antimafia e dal Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. I detenuti negli spostamenti interni non attraverseranno più lunghi corridoi su cui si trovano altre celle e altri detenuti. È stato progettato per ridurre al minimo i contatti tra i reclusi e la possibilità di comunicare con l’esterno. È una sorta di alveare. Le celle sono divise in blocchi, in cui si possono affacciare solo quattro detenuti: quelli che trascorrono insieme l’ora d’aria in un piccolo cortile attiguo.

Non solo. Accanto a ogni cella c’è una stanzetta per i video collegamenti con le aule giudiziarie: da lì assisteranno ai processi in cui sono imputati o parleranno con i loro avvocati. Il loro mondo finisce lì: tutta la vita avverrà in poche decine di metri. È un cambiamento radicale rispetto alle prigioni utilizzate oggi. Il Dap ha disposto la divisione dei boss in venti “gruppi di socialità”, composti da quattro detenuti, accuratamente scelti per evitare commistioni o legami criminali.

La scelta di spostare i pericolosi mafiosi in Sardegna è legata ad un articolo del testo di legge ha riportato rigore nella reclusione: «I detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari». È da questa legge che si è arrivati alla costruzione del padiglione speciale di Bancali. Escludendo la Sicilia per ragioni di sicurezza e incompatibilità ambientale, sarà ancora la Sardegna ad ospitare un alto numero di boss. Si comincia da Sassari.

Tutto è moderno: spazi e celle sono stati riprogettati rispetto ai locali angusti dove all’indomani delle stragi di Capaci e via D’Amelio vennero rinchiusi i “dannati”, i primi boss a cui fu applicato il 41 bis. Un provvedimento che per i mafiosi diventò la “condanna delle condanne”, spingendo numerose figure di primo piano verso la collaborazione con la giustizia. Ci sono voluti 23 anni per ottenere una struttura come questa creata appositamente attorno al 41 bis.

Pubblicato: Venerdì, 06 Novembre 2015 12:07

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