Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Home a buon diritto

Notizie

Caso Pizzolato, lettera al ministro Andrea Orlando

art mani 21 ottoil manifesto, 21-10-2015
Andrea Haas moglie di Hen­ri­que Pizzolato

Caso Pizzolato. Mio marito, su Sua decisione, sta per essere estradato in un paese con un sistema carcerario che, come Lei sa, sottopone i detenuti e loro familiari a condizioni disumane, lesive della loro dignità

Egre­gio Mini­stro della Giu­sti­zia Andrea Orlando,
mi chiamo Andrea Haas e sono la moglie di Hen­ri­que Piz­zo­lato. Abbiamo avuto modo di incon­trarci durante un suo pas­sag­gio a Sas­suolo, la scorsa estate. Mio marito, su Sua deci­sione, sta per essere estra­dato in un paese con un sistema car­ce­ra­rio che le stesse auto­rità giu­di­zia­rie che lo ammi­ni­strano defi­ni­scono al col­lasso e che, come Lei sa, sot­to­pone i dete­nuti a con­di­zioni disu­mane, lesive della loro dignità e dei loro diritti fondamentali.

Ma per la prima volta, da quando ormai un anno fa ho ini­ziato in tutti i modi a ten­tare di fare brec­cia nel silen­zio e nella disin­for­ma­zione che avvolge il cal­va­rio giu­di­zia­rio di mio marito, ho deciso di non par­lare di lui, ma di me, della paura che nutro per la mia sicurezza.

Nella sen­tenza emessa dalla Corte d’Appello di Bolo­gna (sent. n. 11217/2014), che ha negato l’estradizione di Hen­ri­que, si legge: «la grave situa­zione di ille­ga­lità non con­trol­la­bile, non con­sente di rite­nere attual­mente tan­gi­bile l’efficacia delle intra­prese ini­zia­tive gover­na­tive (del Bra­sile): le vio­lenze subite dai dete­nuti e — dalle loro fami­glie — non può dirsi mutata e per­mane il rischio che le con­di­zione di vita negli isti­tuti peni­ten­ziari siano irri­spet­tose dei diritti fon­da­men­tali della per­sona».

Le pri­gioni bra­si­liane non sono un peri­colo solo per le per­sone che vi sog­gior­nano, ma anche per i loro cari, sot­to­po­sti anch’essi a ves­sa­zioni, estor­sioni e a volte vio­lenze vere e pro­prie.

Per­doni la cru­dezza di quanto le sto per scri­vere, ma nel Distretto Fede­rale, lo «stato» in cui si trova il car­cere di Papuda, a cui il Governo bra­si­liano e il Suo Governo hanno desti­nato mio marito, è ancora con­sen­tita la per­qui­si­zione intima — che con­si­ste nell’obbligo per le visi­ta­trici (incluse donne anziane, disa­bili e ragazze) di spo­gliarsi, chi­narsi e mostrare l’ano e la vagina affin­ché le guar­die car­ce­ra­rie pos­sano ispe­zio­narli per veri­fi­care se nascon­dono oggetti illeciti.

Se non bastasse il senso comune per con­si­de­rare degra­dante e cri­mi­nale que­sta pra­tica, il rap­pre­sen­tante dell’Onu, Juan Men­dez, così come molte asso­cia­zioni dei diritti umani e gli orga­ni­smi rap­pre­sen­ta­tivi della chiesa cat­to­lica in Bra­sile si sono espressi recen­te­mente con­tro que­sta tor­tura lega­liz­zata. Può far­sene un’idea dalle fonti che cito in calce.
Nono­stante la palese vio­la­zione dei prin­cipi costi­tu­zio­nali che trat­tano della dignità dell’essere umano, i poli­tici bra­si­liani non hanno finora appro­vato alcuna legge fede­rale che vieti la per­qui­si­zione intima. Il Mini­stro della Giu­sti­zia e soprat­tutto il Pub­blico Mini­stero bra­si­liani non fanno nulla!

Mi ango­scia sapere che i giu­dici (a ecce­zione della Corte d’Appello di Bolo­gna) e il Governo ita­liani riten­gano che le garan­zie di rispetto dei diritti umani for­nite da que­ste «auto­rità» per giu­sti­fi­care l’estradizione di mio marito siano con­si­de­rate affidabili.

Non posso trat­te­nermi dall’affermare che l’Italia, accet­tando le «prove» del Governo del Bra­sile, sta sup­por­tando le auto­rità bra­si­liane nella loro con­ni­vente cecità di fronte al caos in cui versa il sistema peni­ten­zia­rio bra­si­liano. Lo dimo­stra la recente dichia­ra­zione del Segre­ta­rio della Coo­pe­ra­zione Inter­na­zio­nale della Pro­cura Gene­rale, Vla­di­mir Aras: «La deci­sione ita­liana è molto impor­tante per­ché dimo­stra che il Bra­sile ha degli isti­tuti deten­tivi — come quelli del Distretto Fede­rale e di Santa Cata­rina — che pos­sono ospi­tare qual­siasi per­sona per l’esecuzione penale nel rispetto dei loro diritti fondamentali».

Come può il Pub­blico Mini­stero rila­sciare tali dichia­ra­zioni pur sapendo che nel Distretto Fede­rale il car­cere di Papuda ha un tasso di affol­la­mento del 215%, un tasso di morti vio­lente di 13,6 (x 10mila dete­nuti) e che vi è un agente peni­ten­zia­rio per ogni 44 detenuti?

Mi ango­scia sapere che i tri­bu­nali e i gover­nanti ita­liani con­si­de­rano accet­ta­bile l’«offerta» della cosid­detta “Ala dei vul­ne­ra­bili”, per­ché in primo luogo è stata creata stru­men­tal­mente per otte­nere l’estradizione di Hen­ri­que, secon­da­ria­mente per­chè si tratta di un’“isola” (10 celle!) all’interno di un peni­ten­zia­rio in cui si tro­vano 10.409 dete­nuti in lizza per 4.848 posti letto. Una chiara dimo­stra­zione che sol­tanto con la crea­zione di un’eccezione alla legge, una vio­la­zione dello spi­rito demo­cra­tico della Costi­tu­zione bra­si­liana come di quella ita­liana, le auto­rità bra­si­liane pos­sono otte­nere l’estradizione di Piz­zo­lato, come se già non bastasse il pro­cesso «ecce­zio­nale» rea­liz­zato in Bra­sile in cui i diritti di difesa di Hen­ri­que sono stati pale­se­mente vio­lati, com­preso il diritto di pre­sen­tare appello.

Sap­pia, sig. Mini­stro, che le con­se­guenze di tutti gli errori e le vio­la­zione dei diritti di Hen­ri­que rag­giun­ge­ranno in qual­che misura anche me.
«Tor­ture lega­liz­zate» come la per­qui­si­zione intima, a cui potrei essere anch’io sot­to­po­sta, non sono certo impe­dite dalla pre­senza di un’ala «spe­ciale».
Dal momento che in ultimo la deci­sione dell’estradizione è una deci­sione poli­tica, ovvero una SUA DECISIONE, spero che anche alla luce di que­ste mie «ango­sce» Lei possa riflet­tere bene sulle con­se­guenze che l’estradizione di mio marito Hen­ri­que Piz­zo­lato avrà sulle nostre vite.
Gra­zie per l’ascolto.

Pubblicato: Mercoledì, 21 Ottobre 2015 13:06

Citrino visual&design Studio  fecit in a.d. MMXIV