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Processo Uva, il medico: «Ho ricevuto minacce». E cambia versione

Giuseppe Uva 150Corriere della Sera, 12-10-2015

di Roberto Rotondo

Il dottor Noubissié parla di email minatorie. Racconta di aver visto il gruista seduto su una sedia e ammanettato, mentre in un primo tempo diceva che era in piedi

Il medico che soccorse Giuseppe Uva, testimone chiave nel processo per la morte dell’artigiano 43enne, afferma di aver ricevuto minacce. Fu il dottor Agoustine Noubissié, di origine camerunense, a intervenire nella caserma dei carabinieri di Varese il 14 giugno 2008: era di turno alla guardia medica e fu chiamato alle 4 di mattina dagli stessi carabinieri che, dopo aver fermato Uva per vandalismi, si accorsero di non riuscire più a contenerlo. Lunedì il medico ha testimoniato di aver ricevuto una serie di email intimidatorie e molte telefonate anonime al suo cellulare, ogni sera, nei mesi successivi alla morte di Uva.

Mail anonime
Noubissié è stato interrogato lunedì mattina a Varese, in Corte d’Assise, nell’ambito del processo contro 6 poliziotti e 2 carabinieri, accusati di omicidio preterintenzionale per la morte del gruista, avvenuta in ospedale dopo alcune ore trascorse nella caserma dei carabinieri di Varese. La circostanza aggiunge un pizzico di giallo a una vicenda già di per sé controversa, da sette anni oggetto di indagini, polemiche e processi. I messaggi anonimi contro il medico gli chiedevano di dire la verità e di raccontare quello che aveva visto quella notte, oppure gli davano del vigliacco imputandogli una sua presunta omertà sulla vicenda.

La telefonata alle 4
Il medico quella notte era in servizio alla guardia medica di Varese e fu chiamato dai carabinieri alle 4 del mattino, per soccorrere Uva. «Lo trovai in una stanza della caserma - ha spiegato il dottore - era seduto su una sedia ed era stato ammanettato con le mani dietro la schiena. Intorno aveva i poliziotti e i carabinieri. Avevo paura ad avvicinarmi perché era molto aggressivo. Diceva di essere stato maltrattato, che gliel’avrebbe fatta pagare e che li avrebbe denunciati tutti. Tuttavia non disse di essere stato picchiato, ma non posso sapere cosa fosse accaduto in precedenza in caserma».

Versione diversa
Noubissié ha quindi chiarito di non aver notato sangue nella stanza. Ha inoltre affermato di aver visto Uva lanciarsi a terra con la sedia e di essere stato presente quando diede una testata contro la porta a vetri della caserma, mentre lo portavano in ambulanza per fargli un Tso. La testimonianza però contiene incongruenze rispetto alla prima deposizione del medico: nel 2010, in fase di indagine, Noubissié dichiarò di aver visto Uva in piedi mentre scalciava e tirava pugni ai tavoli, e non seduto e ammanettato. Giuseppe Uva morì la mattina seguente all’ospedale di Varese dopo che i medici, in pronto soccorso e nel reparto di psichiatria, gli avevano praticato iniezioni di calmanti. La sentenza del tribunale di Varese è attesa entro dicembre.

Pubblicato: Lunedì, 12 Ottobre 2015 19:33

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