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Rom, "arriva il Giubileo e il comune di Roma triplica gli sgomberi"

art redat 5 ottRedattore sociale, 05-10-2015

La denuncia dell’associazione 21 luglio che lancia un appello internazionale ai pellegrini dal titolo #Peccatocapitale per chiedere una moratoria. “Dall’annuncio dell’Anno santo oltre 60 sgomberi forzati, 10 al mese. “Impennata con la giunta Marino, spesi 1,3 milioni nel 2015”

ROMA - Sgomberi forzati di insediamenti rom nella capitale più che triplicati dopo l’annuncio del Giubileo straordinario della misericordia. Così il comune di Roma risponde all’annuncio di Papa Francesco del 13 marzo scorso secondo l’associazione 21 luglio che in un appello internazionale lanciato oggi, dal titolo #PeccatoCapitale, denuncia ben 64 sgomberi forzati “che violano il diritto internazionale e i diritti umani delle famiglie coinvolte”. L’appello è stato presentato oggi a Roma in concomitanza con la Giornata mondiale del diritto all’alloggio.

Secondo l’associazione, infatti, gli oltre 60 sgomberi realizzati dalle autorità capitoline dalla proclamazione dell’Anno santo ad oggi, hanno fatto alzare la media delle operazioni di sgombero mensili. Si è passati, spiega l’associazione, “da una media di 2,8 operazioni al mese (dal 1 gennaio al 13 marzo 2015) a una di 9,9 dal 13 marzo al 30 settembre 2015. Nello stesso periodo dell’anno precedente, la media mensile si attestava su poco più di 3 operazioni di sgombero”. Lungo tutto il 2015, però, sono 71 gli sgomberi portati a termine sul territorio romano nei confronti delle comunità rom, mentre le persone coinvolte sono circa 1.100. Da capogiro le stime dei costi per il Comune: secondo l’associazione si parla di circa 1.342.850 euro. Un’impennata senza precedenti per l’amministrazione Marino. Nel 2014, infatti, gli sgomberi monitorati dall’associazione sono stati solo 34.

La petizione lanciata oggi, spiega l’associazione, vuole “sensibilizzare sulla questione l’opinione pubblica italiana, nonché i visitatori e i pellegrini che giungeranno in questi mesi nella Capitale”. Sul web una pagina dedicata e tradotta anche in inglese, dove gli utenti potranno firmare l’appello e chiedere al sindaco Ignazio Marino, al prefetto Franco Gabrielli e all’assessore alle Politiche sociali, Francesca Danese, una “moratoria sugli sgomberi forzati durante il Giubileo e l’attivazione urgente di un tavolo di concertazione per individuare soluzioni alternative agli sgomberi e rispettose dei diritti umani”.

Per il presidente dell’associazione 21 luglio, Carlo Stasolla, gli sgomberi forzati “sono illegali perché non rispettano le garanzie procedurali previste dal diritto internazionale – ha spiegato -. Rappresentano una evidente violazione dei diritti umani di uomini, donne e soprattutto bambini. In più rappresentano un inefficace sperpero di risorse pubbliche, si limitano a spostare le persone da una parte all’altra della città, senza risolvere il problema dell’inadeguatezza dell’alloggio e rendendole ancora più vulnerabili, e denotano più che mai il perpetuarsi di un approccio emergenziale da parte dell’amministrazione, in luogo di una lungimirante visione di stampo sociale”.

Nel report presentato oggi dall’associazione, il racconto di un caso emblematico per la città di Roma. Lo sgombero di 39 persone, tra cui diversi minori e un neonato, nei pressi della stazione Val d’Ala. Uno sgombero, spiega l’associazione, comunicato “esclusivamente a voce e in assenza di consultazioni”. Inoltre, secondo la 21 luglio, non viene prodotta “alcuna notifica formale né vengono offerte compensazioni per la perdita di beni privati”. Alle famiglie per strada, dopo l’abbattimento dell’insediamento, viene offerta una sistemazione alternativa presso la “Ex Fiera di Roma” solo dopo alcuni giorni di sit-in di fronte al Dipartimento Politiche sociali di Roma. “Dopo 5 giorni passati senza elettricità e riscaldamento – spiega l’associazione -, il 30 novembre 2014 le famiglie vengono rimpatriate in Romania”. Ma a fine febbraio 2015, nel corso di un sopralluogo, l’associazione 21 luglio incontra le stesse famiglie nuovamente insediate nello stesso punto da cui erano state sgomberate. “Il 14 luglio 2015 le stesse famiglie vengono nuovamente sgomberate dalle autorità – spiega l’associazione - e le loro abitazioni nuovamente distrutte, senza preavviso né notifica formale. Viene offerta come alternativa abitativa esclusivamente un rifugio temporaneo per mamme con bambini, che viene rifiutato dalle famiglie. Dopo quattro giorni di sit-in davanti al Dipartimento Politiche sociali con temperature che raggiungono i 40 gradi, le famiglie vengono trasferite nel Centro di raccolta rom di via Salaria, una struttura sottostandard e riservata ad ospitare soli rom, con la promessa dell’assessore alle Politiche sociali di avviare percorsi di integrazioni volti all’autonomia”. Costo complessivo stimato dall’associazione delle operazioni: oltre 219 mila euro.

All’appello hanno già aderito numerose organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti umani: Popica Onlus, Antigone, Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili), Atd Quarto mondo, Associazione Chico Mendes, Scosse, Lunaria, OsservAzione, Prime Italia, Associazione radicali roma, Chi rom e…chi no, Compare, Unione inquilini, Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), Associazione SucarDrom, Associazione sarda contro l’emarginazione, Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), Cooperativa animazione Valdocco, Romanipé Palermo, Abcittà società cooperativa sociale Onlus. (ga)

Pubblicato: Lunedì, 05 Ottobre 2015 15:08

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