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Bari: mediazione penale nel carcere; faccia a faccia con il killer "così l'ho abbracciato..."

mediazione-penale2Ristretti Orizzonti, 15-05-2015

di Angela Balenzano

L'incontro di Lella e Pino con Francesco Annoscia: era nel commando che uccise Michele. "Quel giorno ho visto un uomo cambiato. Quasi sentivo il suo cuore battere". Una stanza piccola. Arredata solo con lo stretto indispensabile. E poi loro. Lella e Pino Fazio faccia a faccia con uno dei responsabili dell'omicidio del figlio Michele. Ucciso per errore in una spietata guerra di mafia nei vicoli di Bari Vecchia. In via Amendola nell'ufficio di mediazione penale del carcere di Bari, l'anno scorso, i tre si sono incontrati.

Fino a quel momento avevano comunicato solo con alcune lettere: era stato Francesco Annoscia (ha scontato la sua pena, ora è un uomo libero che vive onestamente lontano da ambienti criminali) a trovare il coraggio di scrivere e invocare il perdono della famiglia Fazio. Alle sue lettere era seguita la risposta di Lella e Pino: "Le chiediamo di cambiare vita e di scegliere da che parte stare". Ma il "vis à vis" è stato molto diverso e trovarsi lì a poco più di un metro l'uno dagli altri ha scosso le loro anime. C'è voluto tanto coraggio. Soprattutto quello di mamma Lella che guardando negli occhi quell'uomo che 14 anni prima aveva fatto parte del commando che aveva ucciso il suo ragazzo, è andata oltre tutto e lo ha abbracciato. Senza odio, senza più livore. Quasi con tenerezza. "Più volte l'avevamo incontrato nelle aule di tribunale durante il processo - racconta papà Pino - era sempre ammanettato e i suoi occhi erano bassi. Quel giorno in via Amendola ho visto un uomo cambiato, i suoi occhi erano diversi e poi tremava. Tanto. Quasi sentivo il suo cuore battere. Io e mia moglie eravamo sereni. Certo è stato difficile, ma abbiamo affrontato questo incontro senza rancore. Subito Francesco ha implorato il perdono: vorrei tornare indietro nel tempo - ci ha detto tutto d'un fiato - e cancellare ciò che ho fatto, cancellare tutto il dolore che vi ho provocato, ma come faccio? Perdonatemi, vi prego".

È stata mamma Lella ad accorciare le distanze in quella stanza, ad andare incontro ad Annoscia e abbracciarlo. Prima di dire qualsiasi cosa. "Ho visto mia moglie tendere la mano a quel ragazzo e l'ho fatto pure io. È in quel momento che abbiamo capito di averlo perdonato. Sinceramente. "Dovrai diventare un esempio per i tuoi figli - ha detto Lella - e quando cresceranno e saranno in grado di capire dovrai dire loro la verità. Dovrai raccontare tutto quello che è successo e di come poi sei riuscito ad allontanarti dalla malavita e seguire un onesto percorso di vita. Noi ti perdoniamo, ma tu vai avanti onestamente. Solo così i tuoi figli cresceranno sani". Poi mamma Lella lo ha abbracciato ancora. Durante l'incontro Annoscia ha manifestato l'idea di andar via dalla città, di allontanarsi da Bari Vecchia, dal quartiere che fino a qualche anno prima gli aveva portato solo guai. "Non dovresti andar via - ma restare, non abbandonare il luogo dove sei cresciuto - gli ha detto papà Pino - se possiamo offrirti un aiuto per cercare un lavoro, lo faremo con il cuore. Siamo sulla strada del perdono".
Si è concluso così il primo incontro tra i genitori di Michele Fazio e Francesco Annoscia, ma probabilmente ce ne sarà un altro. "Il prossimo vorrei che si svolgesse nella nostra casa a Bari Vecchia - aggiunge Pino Fazio - perché deve essere un esempio per tutti nel quartiere: chi vuole cambiare, può farlo, può cambiare. La nostra casa è aperta per Francesco, può venire a trovarci in qualsiasi momento".

L'incontro tra l'ex detenuto Francesco Annoscia e i genitori di Michele Fazio è stata possibile grazie allo sportello di mediazione penale del carcere di Bari (coloro che ne fanno parte sono quasi tutti volontari) che ha proprio il compito di mediare le situazioni più complesse. Ma solo se le parti sono d'accordo tra loro. E la mediazione per la vicenda Fazio è stata lunga e al momento quella più importante. Perché ha raggiunto l'obiettivo. Quello del perdono.


dal Corriere del Mezzogiorno

fonte immagine: www.cirpe.org

Pubblicato: Mercoledì, 15 Luglio 2015 12:37

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