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Migranti, piano del governo per i rimpatri: almeno due voli charter alla settimana a spese dell'Ue

art. huffington post giuL'Huffington Post, 25-06-2015

Almeno otto voli charter al mese, quasi interamente finanziati dall’Unione europea, per raddoppiare i rimpatri dei migranti economici – e dunque illegali – nei rispettivi Paesi. Via via che il piano Juncker sull’immigrazione perde pezzi, diventando sempre meno ambizioso, il governo italiano corre ai ripari, preparando una exit strategy che gli consenta di portare a casa dal Consiglio europeo di oggi e domani dei risultati concreti. Così, mentre sulla redistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo non ci sono ancora certezze, il premier Matteo Renzi cerca di assicurarsi un contributo importante da parte dell’Ue per gestire la questione dei rimpatri, che ormai – ha detto ieri – “non è più un tabù”. Un concetto che il premier ha ribadito anche stamattina, durante il vertice tra governo, Regioni e Comuni sul tema dell'immigrazione: "richiedenti asilo si accolgono, migranti economici vengano rimpatriati".

Come scrive il Corriere della Sera oggi in edicola, il governo italiano vuole che l’Europa garantisca almeno due voli charter alla settimana per rimpatriare gli stranieri nei Paesi d’origine con cui l’Italia ha già trattati in vigore. Nel prossimo futuro l’esecutivo cercherà di stringere accordi di polizia con Paesi come Costa d’Avorio, Senegal e Ghana, come già fatto la settimana scorsa con il Gambia.

A differenza di quanto avviene oggi – con i rimpatri effettuati singolarmente su voli di linea, con due poliziotti ad accompagnare ogni migrante irregolare – nel nuovo sistema i costi dovrebbero essere quasi interamente a carico di Bruxelles.

L’altra faccia della medaglia è che l’Italia dovrà impegnarsi a non chiudere un occhio – come fa oggi – sugli extracomunitari che fanno perdere le loro tracce. Serviranno a questo gli “hotspot” gestiti dall’Ue sul territorio italiano, vicino ai porti di arrivo in Sicilia, Puglia e Calabria.

L’Unione europea – come avevamo scritto qui – vuole che tutti i migranti vengano tenuti in custodia fino al termine della procedura di identificazione, presa delle impronte digitali e fotosegnalamento, così da impedire ai migranti economici di dirigersi verso il nord Italia e poi disperdersi per l’Europa. In tal caso, gli “hotspot” diventerebbero dei Cie europei, delle “mini prigioni” dove i migranti verrebbero rinchiusi in attesa o di essere rimpatriati o di essere ritenuti idonei alla richiesta d’asilo. In queste strutture (ad esempio ex caserme, con la possibilità di ospitare circa 300 migranti) dovrebbero lavorare anche una quarantina di funzionari dell’Easo (l’Agenzia europea di supporto all’asilo) per partecipare alle operazioni di identificazione e schedatura tramite impronte digitali.

Pubblicato: Giovedì, 25 Giugno 2015 11:36

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