Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Home a buon diritto

Notizie

"Se questo è un uomo", se l'Europa morirà avremo dimenticato Primo Levi

 

migranti 1Huffington Post del 17/06/2015
Valerio Neri (Direttore Generale di Save the Children Italia)

"Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane che muore per un sì o per un no... Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli".
Sono passati quasi 70 anni da quando Primo Levi, reduce dell'Olocausto, scriveva queste parole e da allora le abbiamo portate con noi, insegnate nelle scuole, ripetute ai nostri figli. E oggi quelle stesse parole mi tornano in mente, mentre guardo i volti di quegli uomini, donne e bambini, fermi alle frontiere, nelle nostre stazioni, disperati e colpevoli solo di essere nati in un luogo dove non c'è pace né benessere.

Se questo è un uomo. Se questa è una donna. Se questo è un bambino. Dal 1 gennaio al 10 giugno scorso sono arrivati in Italia via mare oltre 57mila migranti, tra i quali oltre 4500 bambini, di cui quasi 3500 non accompagnati. Tra tutti i minori, più di un terzo (1718) sono provenienti da Eritrea, Siria, Somalia, Palestina, Iraq e Libia. Nel 2014 il numero di persone costrette alla fuga dai loro paesi ha raggiunto per la prima volta dopo la seconda Guerra Mondiale i 50 milioni e tra di loro uno su due è un minore. Questi sono i numeri. Ma oltre quelli, ci sono volti, storie di esseri umani, di uomini, di donne e soprattutto di quei bambini che non conoscono pace, che lottano per quel "mezzo pane".

Se questo è un uomo. Se questa è Europa. Su quello scoglio di Ventimiglia è morta ogni forma di umana compassione. Quella stessa compassione da cui ha preso vita l'Europa di Altiero Spinelli, che oggi invece stenta ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei migranti che bussano alla porta. Un'Europa che sembra rinviare ogni decisione, dimenticando quelle radici che hanno reso forte il nostro Continente e ci hanno regalato decenni di pace e prosperità.

A Lussemburgo si è discusso di quote, di numeri, di Paesi di provenienza. Su quello scoglio, nelle nostre stazioni, nei Centri di accoglienza, però, restano uomini, donne e bambini che, come scriveva Primo Levi, "muoiono per un sì o per un no". Questo è il momento per l'Europa di dimostrare la propria solidarietà nei loro confronti, una solidarietà che parte dall'accoglienza, andando oltre i numeri. Ciò di cui tutti abbiamo bisogno ora, è un'Europa che a quegli uomini, donne e soprattutto a quei bambini dica "sì", che apra loro le proprie porte, che smetta di aver paura. Sono poche migliaia i minori coinvolti: come è possibile che la grande Europa non sappia accogliere poche centinaia di bambini per singola nazione? Ridicolo. Senza questo coraggio, sarà l'Europa a morire e, allora sì, avremo davvero dimenticato "Se questo è un uomo".

Pubblicato: Mercoledì, 17 Giugno 2015 17:59

Citrino visual&design Studio  fecit in a.d. MMXIV