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Dai barconi alla scuola d`italiano l`ateneo dove studiano i piccoli migranti

lbambini profughi a scuolaa Repubblica, 18-05-2015
ELEONORA LOMBARDO

PALERMO. Hanno imparato l`italiano passando direttamente dai barconi all`università. Sono i 300 giovani migranti protagonisti, dal 2012, del progetto pilota della Scuola di lingua italiana per stranieri dell`ateneo di Palermo. «L`università deve affrontare il problema dell`istruzione dei migranti che arrivano qui» dice Mari D`Agostino, direttrice della scuola». Nel 2014 i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Sicilia sono stati più di 14 mila: non hanno presentato domanda di asilo, sono privi di assistenza e di rappresentanza da parte di adulti. E il 30-40% di loro non sa quasi per niente leggere e scrivere.

Con l`aumento degli arrivi il dato dell`analfabetismo tende a crescere e si prevede possa raggiungere il 60%. I ragazzi che hanno imparato l`italiano nelle classi universitarie di Palermo, per lo più maschi fra i 16 e i 17 anni, sono del Bangladesh, del Ghana, del Senegal. Per loro, studiare con gli universitari russi o cinesi vuol dire avere un`occasione importante di riscatto. Quelle formate dall`università sono classi a più velocità, dove si procede per tentativi alla ricerca del metodo didattico più idoneo.  

«I minori stranieri - dice D`Agostino - ci vengono segnalati dall`Ufficio nomadi e immigrati del Comune di Palermo: accogliamo tutti, la selezione poi si fa qui dentro perché tenere il passo è dura». Eunus, 18 anni appena compiuti, è arrivato in Italia dal Bangladesh sapendo a mala pena leggere e scrivere nella sua lingua. Ha frequentato la scuola per oltre un anno, ora si esprime bene in italiano, si prepara a seguire anche i corsi d`inglese e conosce alcune parole di cinese che gli hanno insegnato í suoi compagni di classe. «L`italiano è difficile da studiare - dice - ma è affascinante, la parola più importante per me è "piacere`. Nella mia lingua è "mamme». E mentre la pronuncia gli occhi gli si riempiono di lacrime. Anche Roman ha 18 anni e viene dal Bangladesh. «La scuola è stata dura, l`italiano non è facile e per il laboratorio abbiamo dovuto ricordare cose che vorremmo dimenticare», racconta.

La scuola ha anche firmato un accordo con l`università di Siena affinché i ragazzi possano sostenere gratuitamente l`esame di certificazione per la lingua italiana. «Dei minori che arrivano in Sicilia - afferma la direttrice - una parte si dà alla macchia, ma altri cercano la loro strada e l'università deve offrirla. Spero che il progetto possa crescere ed essere replicato anche altrove, oltre a essere sostenuto economicamente. Finora si è autofinanziato».

Fonte immagine: www.agensir.it

Pubblicato: Lunedì, 18 Maggio 2015 14:49

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