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Francia, una scuola vieta la gonna lunga alle studentesse musulmane

art. corriereCorriere della sera, 30-04-2015
Stefano Montefiori

Dopo il divieto di indossare il velo, stabilito per legge, adesso in alcune scuole anche gli abiti troppo «coprenti» sono ritenuti «un segno religioso ostentatorio»

Dopo il velo proibito dalla legge, in alcune scuole francesi sembra diffondersi la prassi di vietare la gonna lunga, giudicato «un segno religioso ostentatorio» anche se non è previsto esplicitamente dalla norma del 2004. Il caso è scoppiato dopo che a Charleville-Mézières (Ardennes), una studentessa 15enne, Sarah K, è stata rifiutata per due volte, il 16 e il 25 aprile, all’ingresso in classe: si è scoperta il capo ma restava la gonna lunga nera, che l’insegnante e il preside hanno considerato un segno di appartenenza alla religione musulmana.

«Una provocazione di gruppo»
Va detto che il rifiuto della scuola non è nato per caso. Sembra che la ragazza avesse deciso di presentarsi con la gonna nera assieme ad altre compagne come forma di rivendicazione, un gesto contro il divieto di entrare in classe portando il velo islamico. L’insegnante ha interpretato quella gonna come una provocazione e ha chiesto alla ragazza di tornare a casa e di ripresentarsi con un altro indumento, cosa che lei - su consiglio del padre - non ha fatto.

Non solo Islam
La vicenda di Sarah K, resa nota dal giornale locale L’Ardennais, ha fatto emergere un fenomeno più ampio. Secondo il Collettivo contro l’islamofobia in Francia (CCIF), nel 2014 sono stati circa 130 i casi di studenti respinti a scuola per indumenti ritenuti «ostentatori», cioè in contrasto con la regola della laicità. Un’altra ragazza con gonna nera è stata rifiutata a scuola il 30 marzo a Montpellier. La legge del 15 marzo 2004 indica esplicitamente come oggetto del divieto il velo islamico, la kippa ebraica, il turbante sikh o una croce cristiana molto visibile. Il resto è affidato alla valutazione caso per caso degli insegnanti, specie dopo una contesta circolare che raccomanda di vegliare su eventuali aggiramenti della norma.

Il parere dei sociologi
Il sociologo Jean Baubérot, uno dei maggiori studiosi francesi sul tema della laicità, era stato consultato dalla «commissione Stasi» che poi ha deciso di raccomandare l’approvazione della legge. «La scuola raccoglie quel che semina», dice oggi alla Afp. «Qualsiasi cosa può diventare un segno religioso, in questo modo rischiamo di entrare nel gioco stupido del gatto e del topo, sospettando di continuo gli allievi. Se volessimo spingere i ragazzi verso l’estremismo, non potremmo trovare sistema migliore. Se si perseguitano le ragazzine che portano le gonne lunghe, il risultato sarà che i padri le metteranno nelle scuole private».

La solidarietà su Twitter
Su Le Monde, il sociologo François Dubet denuncia «un eccesso di attenzione sulla religione musulmana». Come comportarsi con la gonna a pieghe blu, che in Francia è spesso segno di appartenenza alla religione cattolica? E con le barbe di tanti ragazzi del liceo? Moda hipster, o ostentazione islamica? Su Twitter grande successo dell’hashtag #JePorteMaJupeCommeJeVeux, «Io porto la gonna come mi pare», in solidarietà con la ragazza di Charleville.

Pubblicato: Giovedì, 30 Aprile 2015 13:13

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