Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Home a buon diritto

Notizie

"Noi, respinti da tutti e senza un futuro" Nel limbo dei profughi che richiedono asilo

immigrati 1la Repubblica, 28-04-2015
JENNER MELETTI

Quingentole (Mantova) è uno delle centinaia di paesi che accolgono chi attende una risposta "Le prefetture ci abbandonano e la gente è stufa"

QUINGENTOLE (MANTOVA). In piazza Italia, bella e grandissima, ci starebbero tutti, i 1.200 abitanti del paeSe. E anche quelli dei paesi vicini. «Però sai -dice Haamed, pachistano, occhi che cercano di guardarti dentro - fai il giro della piazza, torni in viale dei Tigli, arrivi all`argine del Po e torni sulle panchine della piazza. Non c`è nient`altro da fare. Qui el giorno non finisce mai. Aspetti e poi ti siedi sul tuo letto in hotel e torni ad aspettare. Io sono qui da un anno e 15 giorni».

«Qui» è una stanza dell'ex hotel New Garden, due letti singoli, niente comodino, niente abat-jour, niente tv. Ce n`è solo una in quella che era la sala della reception. Hanno attraversato l`inferno, Haamed e gli altri, sui barconi o chiusi nei Tir. Non hanno trovato il purgatorio ( figurarsi il paradiso) ma solo il limbo. Né salvi né dannati, per un tempo che sembra eterno. «Il paese? Ci sono persone brave. Una signora mi chiama quando deve uscire di casa, perché si è fatta male a una gamba». Haamed fa finta di non sapere come la pensino davvero gli anziani del circolo Arci, che pure lo salutano, quando passa anche dieci o venti volte al giorno. Quingentole è solo uno delle centinaia d ipaesi dov e«vivere», per chi è arrivato dall`altra parte del mondo, è una parola grossa. Si dorme, si mangia. Soprattutto si passeggia. Non tutti, però. Solo i pachistani escono dall`hotel e magari danno una mano all`anziano che sta spaccando la legna. Gli altri, ghanesi e nigeriani, stanno nel cortile, al sole della primavera. «E cosa devi andare a vedere? In un posto come questo rischi di impazzire. Vogliamo andare via».

Almeno 5 delle 20 nuove commissioni che debbono rispondere alle richieste di asilo o di protezione non sono ancora insediate. «I 30 profughi ospitati al New Garden dice Anna Maria Caleffi, sindaco di Quingentole - dovevano essere chiamati in commissione a Milano, per l`intervista, nel febbraio scorso. Poi la competenza è passata a Brescia ma li la commissione non è ancora operativa. Come sono viste queste persone in paese? Diciamo che non sono accolte a braccia aperte. Con i primi pachistani non ci sono stati problemi. Poi conmold africani ci sono state tensioni pesanti. Un`attesa troppo lunga provoca irrequietezza e tensione. Se non vedi un futuro, perdi la speranza. La reazione dei miei concittadini è pesante, non tanto in piazza ma su Facebook. Un africano ha avvicinato solo avvicinato - una donna sull`argine del fiume e qualcuno ha scritto: "questi qua bisogna bruciarli". Come Comune non sai come intervenire. Oggi l`accoglienza è anche business, da parte dei privati».

Francesco Caso, presidente della cooperativa Assistenza Serena ( i soci sono fratelli e nipoti) gestisce 5 centri con 160 posti letto tra Mantova e Verona. «Vuole la verità? Le prefetture prima ci fanno la corte, per affidarci immigrati che non sanno dove mettere. Poi ci abbandonano. Guardi, a Quingentole spetta no da un anno ma a Caprino, un altro centro nostro, c`è chi è bloccato da 18 mesi. Per alcuni l`esame c`è già stato, ma chi è stato respinto ha fatto ricorso e adesso ha ancora diritto all`ospitalità. Io ho una piccola comunità anche in Svizzera. Là, dopo 6 mesi esatti dalla presentazione della domanda di asilo, la polizia arriva e chiede: "Hai ottenuto il permesso? Bene, adesso vai a lavorare. Non cel`hai?Vieni con noi, sei espulso". E tì espellono davvero, non come da noi, che ti dicono: "Hai 15 giorni per tornare a casa". E l`espulso cambia Comune o provincia e ricomincia da capo».

La cooperativa fatta in casa affitta hotel e agriturismo in crisi. «I tempi d`attesa troppo lunghi non permettono il turnover. C`è la protesta degli abitanti dei paesi, chevedono questi immigrati che non fanno nulla e mangiano gratis. C`è la rabbia dei migranti che si sentono reclusi e diventano delinquenti. A Quingentole nigeriani e ghanesi hanno rotto la cucina e fatto lo sciopero della fame. Hanno picchiato anche un ragazzo della Guinea Bissau che invece voleva mangiare. Hanno minacciato l`insegnante di italiano dicendo: "Vai via, a noi non interessa imparare la vostra lingua, vogliamo solo le carte per andare nel nord Europa". Si sentono impuniti. "Facciamo quel che ci pare e voi non potete farci nulla". Purtroppo è vero. Le prefetture ce li affidano ma poi non ci aiutano».

Trenta euro al giorno a testa dalla prefettura di Verona, 34,50 da quella di Mantova. «Chissà perché ci sono queste differenze. Io spendo 22 euro al giorno per affitti e vitto, poi ci sono i mediatori linguistici, i 2,50 euro del pocket money... Il business? Ai sindaci che protestano dico: prendeteveli voi, provate voi a gestire queste persone». Gli affari comunque non vanno male, visto che l`Assistenza Serena sta aprendo un nuovo centro sul lago di Garda.

I pachistani continuano il passeggio nella piazza di Quingentole. «Gli stranieri qui-dice il sindaco sono tutti ospiti del New Garden. Avevamo tanti immigrati: sono andati via, Francia e Inghilterra, perché hanno perso il lavoro. Dovremo cancellarli dall`anagrafe, scopriremo di essere meno di 1.200 abitanti». E piazza Italia sembrerà ancora più grande e più vuota.


Fonte immagine: www1.adnkronos.com

Pubblicato: Martedì, 28 Aprile 2015 13:38

Citrino visual&design Studio  fecit in a.d. MMXIV