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l'Europa del cinismo

sbarchi 1il Sole 24 ore, 21-04-2015
Adriana Cerretelli

Nonostante ami proclamarsi campione mondiale della difesa dei diritti umani e si fregi con orgoglio del premio Nobel per la pace, l'Europa non è facile alla compassione. Ancora meno alla solidarietà. Quando nell'estate del 2013 il siriano Bashar Assad rovesciò armi chimiche sui propri civili presunti ribelli, rumoreggiò immediato lo sdegno ma poi i Governi Ue preferirono voltare la testa. L'anno scorso nel Mediterraneo sono morti 3.200 emigranti senza sortire reazioni degne di nota in fatto di concrete azioni comuni. Con buona pace di allarmi, proteste e sollecitazioni italiane.

Il 2015 però è cominciato con due violenti pugni nello stomaco all'Europa dell'indifferenza e dell'inazione. Prima a Parigi l'attacco del terrorismo islamico alla sede di Charlie Hebdo: 12 morti, una grandiosa manifestazione che ha raccolto 2 milioni di persone sugli Champs Elysées e poi un vertice Ue fatto di tanti buoni propositi e promesse di maggiore cooperazione intra-Ue. Si vedrà.

Ora l'annegamento in un solo week-end di 900 emigranti davanti alle coste libiche, 1.800 dall'inizio dell'anno. A fronte di 24mila arrivi e 10mila salvataggi riusciti. "È in gioco la reputazione dell'Europa. Non si può avere un'emergenza europea e una risposta solo italiana", avverte da Lussemburgo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ricordando che dei 278mila irregolari residenti attualmente nella Ue, 171mila sono entrati dall'Italia.

Dopodomani a Bruxelles si terrà, come chiesto dall'Italia, un vertice straordinario sull'immigrazione dei 28 leader Ue. Di nuovo tante promesse e pochi fatti? Forse no. Questa volta, pare, l'Europa s'è desta davvero. Schiacciata dalla forza di numeri e di interessi che sembrano far breccia nel suo coriaceo cinismo.

Dopo aver pubblicamente "criminalizzato" Mare Nostrum per attivismo nei salvataggi, equiparato a un invito a delinquere per i trafficanti di esseri umani, ora la Germania e i suoi alleati del Nord e dell'Est fanno marcia indietro. Riconoscono che, all'evidenza, la fine della costosa operazione italiana, cui è subentrata in novembre l'europea Triton in formato ridotto e bilancio pari a un terzo, ha reso più incerti i controlli della frontiera mediterranea.

Dunque si parla di raddoppiarne i fondi. Si pensa a una più equa distribuzione degli immigrati che richiedono asilo insieme alla creazione di campi ad hoc in Medio Oriente e Nordafrica per evitarne viaggi suicidi. Si discute su come affrontare il teorema impossibile del crocevia libico.
Finalmente, insomma, saremmo a una svolta epocale, con l'instabilità del Mediterraneo destinata a diventare quello che è: un problema di tutti e non di pochi. Anche perché, con un reddito medio pro capite 30 volte superiore a quello della maggioranza dei Paesi africani, cioè con un divario 10 volte più grande di quello che divide Stati Uniti e Messico, l'Europa resta e resterà una calamita irresistibile per i più poveri.

In attesa di decisioni concrete, il condizionale è d'obbligo. La pressione migratoria è enorme e destinata a salire tra guerre, caos e terrorismo che infiammano il bacino mediterraneo e oltre. Ma almeno altrettanto condizionante - e paralizzante - per i Governi è la pressione anti-immigrazione, non importa se legale o no, che scuote tutti i paesi da Nord a Sud, Svezia, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, rafforzando i partiti populisti e euroscettici.

Il che non aiuta né maggiori investimenti nella stabilità del Mediterraneo né la spartizione degli immigrati magari per quote, tanto più quando è impossibile prevederne i flussi ma poi è perfettamente lecita, una volta accolti, la loro libera circolazione nell'Unione. Lo stesso vale per la Libia: intervento militare escluso ma alternative nebulose. All'Europa non basta, dunque, aver capito che la normalizzazione del Mediterraneo è un interesse primario che non può più ignorare. Resta il grande punto interrogativo sui tempi e modi per arrivarci con l'approccio comune che serve.


Fonte immagine: livesicilia.it

Pubblicato: Martedì, 21 Aprile 2015 12:44

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