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Migranti, i paradossi dell'asilo negato: "Dia prova della sua omosessualità"

immigrati 1Redattore sociale, 02-04-2015

Le critiche dell'Asgi dopo il forte aumento di dinieghi alle richieste di asilo e di protezione umanitaria registrato nel 2015. "Commissioni territoriali non preparate, risposte contraddittorie e richieste bizzarre". Il commento dell'Unhcr: influisce il mutamento delle nazionalità di provenienza

Se nel 2013 erano state il 29 per cento, nei primi due mesi del 2015 si è passati al 49 per cento di risposte negative alle richieste di asilo o di protezione umanitaria provenienti quasi tutte dai migranti giunti con lo straordinario afflusso via mare dello scorso anno. Una situazione che rischia di generare nel solo 2015 oltre 35 mila nuovi migranti irregolari, riconosciuti come tali dopo almeno un anno di accoglienza nelle centinaia di centri allestiti in Italia, su cui è particolarmente critica la rete degli avvocati dell’Asgi.

L'associazione studi giuridici per l’immigrazione parla di criteri di valutazione sulle domande di asilo spesso inadeguati, così come i colloqui dove scarsa è l’attenzione alle vicende dei singoli. A destare preoccupazione, in particolare, sono le nuove commissioni territoriali istituite dal ministero, dove non sempre - spiega l’Asgi - il personale è formato adeguatamente sulla normativa vigente. In alcune regioni come le Marche la situazione è ormai quasi paradossale. “I rigetti da noi sono quasi totali e per di più oltre diniego c’è ormai anche il rigetto del 98 per cento dei ricorsi – sottolinea l’avvocato Paolo Cognini, che per l’Asgi ha seguito decine di casi ad Ancona -. La situazione è pressoché drammatica. Uno dei problemi sono le valutazioni assolutamente non adeguate ai principi di diritto e di legge che dovrebbero invece governare lo scrutinio. Si ricorre invece a criteri variabili, e spesso arbitrari”. Ad essere contestata è spesso la credibilità dei richiedenti asilo, “ormai le valutazione si fanno solo sulle nazionalità e non si considerano le storie delle persone – denuncia ancora l’Asgi - ma anche nei paesi che non sono in guerra le persone possono essere vittime di torture o sottoposte a un regime carcerario duro”.

E non mancano i casi documentati di valutazioni paradossali, come è accaduto ad esempio a un gruppo di maliani del Nord esaminati dalla commissione territoriale di Ancona: il diniego è motivato, infatti, dal fatto che “si intravedono positivi spiragli per la normalizzazione degli equilibri geopolitici nel paese”. Nello stesso tempo però una circolare del ministero del gennaio 2014 ha bloccato i rimpatri nel paese proprio perché non considerato sicuro. Singolare è anche il caso di alcuni migranti omosessuali provenienti da paesi dove l’omosessualità è considerato reato e punito con pene detentive alte, a cui è stata chiesta la “prova” dell’orientamento sessuale.

Il commento dell'Unhcr. Anche a Roma, come denunciato da un dossier pubblicato a febbraio da Asgi, Senza Confine e Laboratorio 53, con il sostegno di Open Society Foundations dal titolo “Chi fa la legge? Pubblica amministrazione e diritto d’asilo”, la situazione è più o meno la stessa. “L’aumento del numero dei dinieghi porta inevitabilmente con sé anche un aumento del numero dei ricorsi – aggiunge Gianfranco Schiavone del direttivo nazionale Asgi – e questo non è che un aggravio generale per il sistema. Il ricorrente, infatti ha diritto a una prosecuzione delle misure di accoglienza. Ovviamente questo non vuol dire che debbano essere accolte tutte le richieste, ma che l’esame va fatto in maniera più appropriata, senza bruschi cambi di rotta come stiamo notando nell’ultimo periodo”. Più cauto il commento di Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, che attribuisce l’aumento dei dinieghi al fatto che è cambiata la provenienza dei richiedenti asilo. “E’ancora troppo presto per fare una valutazione sulle nuove commissioni – afferma – per ora non abbiamo rilevato grandi cambiamenti, di certo sono cambiati i paesi di provenienza dei migranti e questo porta con sé una diminuzione degli status di richiedenti asilo”. (ec)

Fonte immagine: www.istitutoeuroarabo.it

Pubblicato: Giovedì, 02 Aprile 2015 14:56

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