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E’ l’ora di “Amber Light”: riparte la caccia all’immigrato

art. garantistail Garantista, 27-03-2015
Damiano Aliprandi in Lettere dal carcere

Dopo la ”Mos Maiorum” è in arrivo un’altra operazione di polizia europea contro immigrati. L’operazione si chiama ”Amber Light 2015” e si tratta di una nuova operazione di polizia europea per la lotta all’immigrazione irregolare coordinata questa volta dalla presidenza lettone dell’Ue – ma sempre in collaborazione con l’agenzia per il controllo delle frontiere esterne Frontex – e che vedrà il coinvolgimento volontario sia dei ventotto Stati membri che dei paesi dell’area Schengen.
Ad aprile, in pratica, ci saranno controlli intensificati negli aeroporti per cercare i cosiddetti ”overstayers”, cioè quelle persone (turisti, studenti o lavoratori in viaggio per affari) che originariamente disponevano di un visto legale per risiedere per un certo periodo di tempo nell’Unione europea ma che, una volta scaduto tale visto, non hanno lasciato il territorio dell’Ue. I controlli, secondo quanto si legge su un documento riservato svelato dalla ong Statewatch, si concentreranno non solo negli aeroporti, ma se la maggioranza degli stati coinvolti lo richiederà potranno essere estesi anche ai confini marittimi e terrestri. Il periodo scelto è tra il 1 e il 14 aprile, a ridosso della Pasqua, quando dovrebbero intensificarsi le partenze, ma nel documento è prevista anche, in alternativa, una finestra tra il 18 e il 30 aprile.

Ufficialmente, Amber Light dovrebbe servire solo a raccogliere dati sull’entità del fenomeno degli overstayers, sulle loro ”rotte” per aggirare i controlli, e sull’utilizzo di documenti falsi, ma è prevedibile che per chi verrà sorpreso, ad esempio in un aeroporto italiano, scatteranno le sanzioni. A cominciare da un’espulsione che gli impedirà di rientrare regolarmente nell’Ue per i prossimi anni. Sembra insomma che, almeno nella sua fase iniziale, Amber Light 2015 dovrà colmare un gap di dati riguardo gli overstayers, di cui non dispone o dispone solo parzialmente l’agenzia Frontex. Nel lungo termine poi, l’operazione sarà utile anche per armonizzare le sanzioni negli Stati membri dell’Unione europea e nei paesi che fanno parte dell’area Schengen, così da punire in maniera uniforme le violazioni commesse da chi continua a soggiornare nel territorio di tali paesi pur avendo il visto scaduto.

Le informazioni che verranno raccolte dai paesi partecipanti e trasmesse al coordinamento dell’operazione saranno dettagli riguardanti l’identificazione (data, ora e luogo); informazioni sul cittadino di paesi terzi identificato: nazionalità, età, genere e periodo di soggiorno illegale nello Stato membro (fino a una settimana, fino a un mese, fino a un anno o più a lungo); modus operandi: se i cittadini di paesi terzi cercano di nascondere il fatto che il loro visto sia scaduto con l’utilizzo di documenti falsi, falsificati o rubati: itinerario percorso: se i cittadini di paesi terzi privi di visto cercano di lasciare il paese in cui hanno soggiornato illegalmente o se cercano di partire da un altro paese in modo da nascondere il loro soggiorno illegale o comunque da renderne più difficile l’identificazione; ulteriori procedure o sanzioni applicate al cittadino di paesi terzi fermato da parte dello Stato membro da cui cerca di partire. Frontex fornirà supporto mettendo a disposizione la modulistica per raccogliere le suddette informazioni e un sistema per la valutazione di impatto dell’operazione.

Amber Light sembrerebbe l’esatta fotocopia dell’altra operazione europea congiunta contro gli irregolari: la Mos Maiorum che si è svolta lo scorso ottobre. Ricordiamo che quest’ultima operazione poliziesca europea capitanata dall’Italia, avvenuta nelle due settimane dell’ottobre scorso, ha provocato ben 19000 arresti. La maggior parte degli arrestati sono immigrati clandestini che non hanno commesso nessun reato. A denunciarlo è stata sempre l’ong umanitaria londinese Statewatch. Secondo l’associazione, che ha messo a confronto i report finali delle ultime operazioni, il numero dei fermati è raddoppiato rispetto alla precedente operazione Perkunas (10.459 fermi in due settimane), e addirittura quadruplicato in confronto all’operazione del 2012, Aphrodite (5.298 fermi in due settimane). Proprio nel report finale dell’operazione Mos Maiorum, redatto dal Consiglio d’Europa, si evidenzia che «i cittadini siriani sono stati quelli maggiormente identificati (5088 persone), seguiti da afghani (1466 persone), serbi (in particolare kosovari, 1196) ed eritrei».

Poco più di 11mila le richieste di protezione internazionale presentate dopo l’intercettazione dagli stranieri controllati. Il report non esplicita invece, esattamente come i documenti relativi alle precedenti operazioni, il numero degli agenti coinvolti. Piuttosto, sottolinea che «per motivi sconosciuti Mos Maiorum ha catturato l’attenzione dei mass media, che hanno etichettato l’operazione come un’azione finalizzata all’arresto dei migranti, nonostante gli obiettivi fossero l’individuazione di reti criminali coinvolte nel favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e il monitoraggio dei percorsi usati dai trafficanti. Un obiettivo raggiunto, visto che sono stati fermati 257 trafficanti», si legge sempre nel report. Il dato parla da solo: sui 19000 arrestati, chi ha commesso reati sono solo 257. Del resto, lo stesso Statewatch sottolinea che nel documento di avvio dell’operazione di polizia uno degli obiettivi dichiarati era proprio “arrestare i migranti irregolari”.

Pubblicato: Venerdì, 27 Marzo 2015 15:16

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