Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Home a buon diritto

Notizie

Ecco gli scout di Allah "Ma nei nostri giochi i maschi e le femmine non si toccano mai"

scout 1la Repubblica.it, 25-03-2015
ZITA DAZZI

MILANO. Come tutti gli scout del mondo, indossano il fazzoletto arrotolato al collo, amano la vita all`aria aperta, condividono i valori dell`amicizia e della pace. E credono in dio. Che poi questo dio sia Allah e non Gesù Cristo non cambia. Loro non ci vedono niente di strano e nemmeno i responsabili nazionali dell`Agesci ( Associazione guide e scout cattolici italiani) che li hanno accolti come fratelli e "formati" perché potessero cominciare a fare attività educative, col metodo del movimento internazionale ispirato agli scritti di Robert Baden-Powel, padre dei milioni di "lupetti" e "coccinelle" che in tutto il mondo esplorano i boschi in "squadriglie" e fanno giochi nella natura per imparare la solidarietà e i rispetto delle regole.

Il primo scout musulmano d`Italia era un ex cattolico di Udine convertito all`Islam, che non aveva voluto rinunciare alla sua passione di quando era ragazzino. Era il 2007 ed era un`eccezione assoluta. Adesso è nata l`Associazione scout musulmani d`Italia, circa 200 iscritti, tutti figli di immigrati e in contatto diretto con l`Agesci. La vicepresidente è una ragazza immigrata di seconda generazione, Sarah, 26 anni, quinta figlia di una famiglia di egiziani trapiantata in Italia, studentessa di farmacia a Milano, una ragazza solare e allegra, col suo hjiab colorato ben calcato intesta. È stata lei a frequentare un corso Agesci per organizzare un percorso da scout Doc per un gruppetto di 20 bambini di religione islamica, anche loro figli di arabi e nordafricani che vivono a Milano.

«Il Profeta Moharnmed, pace e benedizione su di lui, viveva anche lui una vita da scout - ha raccontato Sarah ai giornalisti della rivista "Scarp de tenis", vicina alla Caritas Ambrosiana, che esce questa settimana con un servizio sul tema. «L`Islam come religione combacia con il movimento scout e si può dire che lo scoutismo è Islam perché Maometto viaggiava per diffondere il suo messaggio e viveva in modo molto umile, davanti ad un pasto abbondante non doveva saziarsi, si accontentava di poco, viveva nella natura, e anche nei momenti più difficili era sempre disponibile verso tutti. Sapeva ascoltare, era al servizio di tutti, bambini, donne e anziani, cercava di trasmettere il messaggio dell`Islam a tutti».

Sarah in questi giorni è in Egitto per una breve vacanza, ma appena tornerà riprenderà le sue uscite in giro per la Lombardia, con i bambini al seguito. «Hanno chiesto di fare solo alcune piccole modifiche alle regole generali spiega Matteo Citterio, responsabile delle relazioni internazionali Agesci - Per esempio, le ragazze portano il velo sul capo e non indossano i pantaloni corti. Nei giochi di gruppo si evita il contatto fisico fra maschi e femmine, come prescrivono i precetti della loro religione. Comunque, noi li sosteniamo nelle loro attività e nella creazione di un percorso per i bambini. Fare formazione a loro è stata un'esperienza interessante». A Milano per altro, con 100mila islamici residenti, non è cosa insolita trovare bambini musulmani anche negli oratori, tanto che l`arcivescovo Angelo Scola, recentemente, ha dato loro il benvenuto: «Se pregano nelle nostre parrocchie, non c`è problema. La vera integrazione si costruisce così».

Sarah è d`accordo sul dialogo a tutto campo con i cattolici e pensa che una strada veloce per insegnare sani principi di vita anche ai più piccoli è quella che si impara andando con gli scout: «Così si arriva più vicino a Dio perché ci si distacca dalla vita movimentata di ogni giorno, dalla routine che distrae. Noi preghiamo cinque volte al giorno e anche quando facciamo le uscite tutti insieme, rispettiamo il precetto. Nell`Islam c`è questo sentimento dello "sforzo" che appartiene allo scoutismo: bisogna sempre sforzarsi in modo positivo per migliorarci, essere utili agli altri e sorridere nei momenti difficili, come dice il Profeta».

Fonte immagine; alcamo4.agescielimi.org

Pubblicato: Mercoledì, 25 Marzo 2015 13:32

Citrino visual&design Studio  fecit in a.d. MMXIV