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Giustizia: Opg, domani riunione Tavolo di coordinamento per indirizzare fase transitoria

carcere2Ristretti Orizzonti, 24-03-2015

Manca una settimana alla scadenza dell'ultima proroga concessa per organizzare il "dopo-Opg" in tutta Italia. Ogni Regione ha fatto il punto. Non tutte sono pronte e si profilano alcune criticità che andranno affrontate.

Ci sono realtà in cui le cosiddette Rems (Residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria), che dovrebbero entrare in gioco con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, non ci sono o non saranno subito pronte (per esempio Piemonte e Veneto); Regioni con un piano B da mettere in campo in attesa di riuscire a dar corso all'assetto definitivo; Opg come quello di Castiglione delle Stiviere (Mantova) che ospitano parecchi pazienti da Regioni che hanno già fatto presente la difficoltà a prenderli in carico.

E c'è un altro nodo: cosa succederà dall'1 aprile, a Opg chiusi, quando un magistrato di una Regione indietro sui piani deciderà per l'invio di un paziente in Rems? Temi caldi che il Tavolo di coordinamento istituito al ministero della Salute e presieduto dal sottosegretario Vito De Filippo ha intenzione di affrontare durante una riunione prevista mercoledì 25 marzo. Occasione in cui, a quanto si apprende, con un quadro completo del puzzle italiano sotto mano si lavorerà per dare un indirizzo univoco per gestire questa fase transitoria e per affrontare le sbavature emerse in questi giorni.

Un esempio delle difficoltà che si dovranno affrontare si può evincere dalla situazione della Lombardia. Questa Regione accoglierà nelle sue Rems i pazienti della Liguria (che, non riuscendo a organizzarsi entro i termini, attiverà una convenzione per inviarle i suoi malati fino al 2016) e della Valle d'Aosta, e sarebbe pronta con un piano provvisorio che prevede la realizzazione all'interno dell'attuale Opg di Castiglione - unica realtà già a completa gestione sanitaria - di tutte e 8 le Rems pianificate per un totale di 160 pazienti.

La delibera con cui si definiscono anche le risorse di personale in più da attribuire all'azienda ospedaliera cui fa capo Castiglione è attesa nella prossima seduta di Giunta, mentre i fondi assegnati da Roma per il progetto lombardo - 32 milioni di euro - non sono ancora arrivati. Ma c'è un dato che complica la situazione. La struttura ospita in questo momento circa un centinaio di pazienti in più provenienti da altre Regioni.
Da un lato circa 50 donne da tutta Italia e dall'altro in particolare una quarantina di pazienti del Piemonte, Regione che ha già ammesso l'impossibilità a riprenderli in carico nell'immediato. Nel 2014 sono state 110 dimissioni dall'Opg ma ci sono anche nuove ammissioni, mediamente ogni mese 5 nuovi ingressi (a fronte di 9 dimissioni). Nel frattempo sono già stati predisposti gli interventi di ristrutturazione minimi per riconvertire l'Opg nelle 8 Rems provvisorie da 20 posti letto, ma queste potrebbero essere attivate se si raggiunge la quota di 160 malati da ospitare. Nei prossimi mesi dunque si attenderà che gradualmente il numero di pazienti scenda. La Lombardia intanto ha scritto al ministero della Salute, informandolo della situazione e delle problematiche che allungano oggettivamente i tempi per l'avvio della nuova era.

Legnini (Csm): chiusura Opg è sfida per il Paese

"La chiusura degli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari) è una grande sfida per il 'sistema Paesè e chiama in causa un nuovo modello di magistratura di sorveglianza, che dovrà comunicare e confrontarsi con molteplici professioni".
Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, in chiusura del convegno "Oltre gli Opg: prospettive e sfide di un incerto futuro prossimo", che si è tenuto nei giorni scorsi a Palazzo d'Accursio a Bologna. L'incontro, organizzato da Area e patrocinato dalla giunta distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati, dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, ha riunito tutti i direttori degli Ospedali psichiatrici giudiziari d'Italia, che verranno chiusi entro il 31 marzo, in attuazione della legge 81/2014.
"La magistratura - ha proseguito il numero due di Palazzo dei Marescialli - dovrà dare risposte tempestive e impegnarsi a fronteggiare situazioni di difficoltà, evitando il rischio di disarticolarsi "da questo collegamento tra diverse professioni, visto che, salvo casi di conclamata pericolosità sociale dell'individuo, dovrà adottare misure alternative rispetto agli ospedali psichiatrici giudiziari. "Il primo aprile - ha concluso - sarà l'avvio di un nuovo percorso, non la fine. Serve anche una valida formazione per prepararsi a questa sfida, a partire dalla Scuola superiore della magistratura. Sarà l'esperienza a dirci se prevarranno i rischi o i successi".

Ucpi: rispettare tempi e modi chiusura Opg

C'è assoluta "assenza d'informazione rispetto alla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, prevista per il prossimo 31 marzo". A denunciarlo sono l'Unione camere penali italiane e l'Osservatorio carcere Ucpi, secondo cui "mancano solo otto giorni e molte Regioni non hanno ancora individuato o attrezzato le Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) e non è stata rivalutata la pericolosità sociale degli internati, al fine di determinare la loro futura destinazione".
Lo scorso 16 marzo l'Osservatorio carcere dell'Unione camere penali ha visitato l'Opg di Montelupo Fiorentino, dove "nulla faceva intendere - sottolinea una nota - che si era a pochi giorni dalla chiusura. Nuovi ingressi, attività programmate anche per i mesi successivi, lavori di ristrutturazione in via di ultimazione, prossimo collaudo dell'impianto di aerazione delle stanze, da poco completato". "Le recenti dichiarazioni del governo - raccomandano i penalisti - vengano rispettate. Vengano commissariate le Asl inadempienti e punita la responsabilità di coloro che non hanno reso possibile nei tempi programmati, nonostante i numerosi rinvii, l'applicazione concreta della riforma".

Stop Opg: continua digiuno protesta, 31 marzo sarà data storica

"Il 31 marzo prossimo, quando chiuderanno definitivamente gli Ospedali psichiatrici giudiziari, sarà una scadenza storica". Così Stefano Cecconi responsabile Welfare della Cgil e portavoce di Stop Opg all'Adnkronos, sottolineando che si andrà avanti fino a fine marzo con il digiuno organizzato dal Comitato di cui fa parte e che riunisce diverse sigle (da Antigone a Ristretti Orizzonti, da Cgil al Forum Salute Mentale) perché non ci siano più proroghe al superamento dell'Opg.
"Altrimenti, prendiamo in giro gli italiani e gli internati che meritano una condizione migliore di cura", specifica Cecconi. Al posto dei sei Opg (Reggio Emilia, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino, Aversa, Napoli e Barcellona Pozzo di Gotto) l'alternativa saranno piccoli ospedali regionali con 20 posti letto, ovvero le Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Il rischio, secondo Cecconi, è che le Rems si trasformino in mini-Opg che puntino più alla detenzione che alla cura. "Meno persone stanno nelle Rems, più ci avviciniamo alla riforma Basaglia. Al contrario sarebbe solo un ritorno della logica manicomiale".

Le Regioni dovrebbero rispondere anche con strutture alternative come comunità o ambulatori territoriali che possano accogliere i circa 476 internati dichiarati dimissibili. Ma nella corsa frenetica per mettersi in regola, la situazione in questa fase transitoria non è facile.
Alcune Regioni, come "Veneto e Piemonte e alcune regioni del Centrosud" non sono pronte per l'accoglienza degli internati con strutture adeguate, afferma il sindacalista. Che sostiene: "Il governo in questi casi deve provvedere e commissariare così come previsto dalla legge".
E aggiunge: "È assurdo che non ci sia una risposta per poche centinaia di persone che hanno diritto ad essere curate e non maltrattate come accade all'interno degli Opg, perché non sono mai stati luoghi adatti alla cura".

Assurdo, secondo Cecconi, che secondo dati recenti è emerso "un dato clamoroso, ovvero che su 826 internati 476 potevano essere dimessi. Se sono stati invece là dentro per anni è perché non è stata resa obbligatoria la presentazione di progetti di cura individuali: un diritto di tutti i cittadini". Le risorse messe a disposizione per il superamento degli Opg non sono poche. "55 milioni all'anno che vanno alle Regioni solo per l'assunzione di personale e 180 milioni per la ristrutturazione di strutture", ricorda il portavoce del Comitato Stop Opg.

Soldi che piuttosto che essere investiti in mini-Opg ("la risposta manicomiale", dice) potrebbero essere impiegati in strutture sociali e sanitarie utili per gli internati, per il loro reinserimento lavorativo, ma anche per tutti i cittadini". "C'è sicuramente un dovere di sicurezza e responsabilità che vanno mantenute", sottolinea Cecconi riguardo al superamento degli attuali Opg. Ma serve un sistema diverso "che metta in equilibrio la responsabilità delle persone che commettono il reato, il dovere di espiare una pena con il diritto alla salute e alla cura".

da Adnkronos

fonte immagine: www.diocesi.pavia.it

Pubblicato: Martedì, 24 Marzo 2015 12:01

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