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Immigrati imprenditori sono oltre 600 mila e non conoscono crisi

imprenditori stranierila Repubblica, 12-03-2015
VLADIMIRO POLCHI

La Fondazione Moressa fotografa un settore in crescita Nell'ultimo anno aumento del 3,8%. Lombardia prima

ROMA. Vive in Lombardia, fa soldi con il commercio e le costruzioni, viene dal Marocco o dalla Cina. Eccolo l`identikit dell'immigrato che fa impresa. Sì, perché tra i 5 milioni di "nuovi italiani" cresce un esercito di imprenditori: ben 630mila, il 21,3% in più negli ultimi cinque anni. Insomma le aziende straniere, pur non essendo impermeabili alla crisi, paiono resistere meglio alla tempesta.

A mappare l`imprenditoria immigrata in Italia è la fondazione Leone Moressa. Dall`analisi emerge il suo peso crescente: una schiera giunta a contare tra le sue fila 630mila membri nel 2014, pari all`8,3% degli imprenditori totali. Nell`ultimo anno, in particolare, il numero di stranieri titolari di imprese registrate presso le Camere di commercio è aumentato del 3,8%. Ancora più impressionante il dato relativo agli ultimi 5 anni: mentre gli imprenditori nati in Italia sono diminuiti del 6,9%, i nati all`estero hanno fatto un balzo avanti del 21,3%. «Le opportunità dell`imprenditoria straniera per il nostro Paese sono molteplici - scrivono i ricercatori della Moressa - basti pensare all`occupazione creata, alla nascita di nuovi servizi rivolti prima ai connazionali e poi anche agli autoctoni e alla possibilità di costruire ponti con i Paesi d`origine».

Cosa producono le imprese straniere? I principali settori d`attività sono il commercio ( 34,5%), le costruzioni ( 22,2%) e i servizi alle imprese (15,6%), Osservando la variazione nel periOdo 2009-2014, spicca il 30% in più di imprenditori del commercio e il 36% di crescita nella ristorazione. Da dove provengono? Le prime tre nazionalità degli imprenditori stranieri sono Marocco (10,9%), Cina (9,9%) e Romania ( 9,6%) .La frammentarietà dell`immigrazione in Italia si ritrova anche nell`imprenditoria, con oltre 200 nazionalità presenti. Tuttavia, le prime dieci rappresentano oltre il 60% del totale: tra queste, ben cinque nazionalità sono di Paesi europei ( Romania, Germania, Francia, Albania e Svizzera), tre africane (Marocco, Egitto e Senegal) e due asiatiche (Cina e Bangladesh).

I loro affari si concentrano per lo più nel centro-nord. A livello territoriale, infatti, oltre un quinto degli imprenditori stranieri lavora in Lombardia (20,8%). Seguono il Lazio (11,7%) e l`Emilia Romagna (9,2%). Oltre la metà degli imprenditori stranieri sí concentra nelle prime quattro regioni (la quarta è la Toscana). La loro crescita costante è confermata anche nell`ultimo anno da alcuni picchi improvvisi. A livello locale, la regione con l`aumento più forte è la Campania (+8,6%), seguita da Lazio ( +7,9%) e Calabria ( +5,5%). Per quanto riguarda le nazionalità, il Bangladesh registra un aumento da record: 19,2% in più, che conferma il trend degli ultimi 5 anni ( +121,3%). Anche Senegal (+7,3%) ed Egitto ( +6,2%) possono vantare una crescita consistente nell`ultimo anno. Infine, guardando ai settori produttivi, a volare sono soprattutto i servizi alle persone ( +6,5%). Non solo. Osservando gli ultimi 5 anni, mentre i nati in Italia sono diminuiti mediamente del 6,9% (con cali del 9,1% in Friuli Venezia Giulia e del 8,7%in Piemonte ), i nati all`estero sono aumentati in tutte le regioni del 21,3%, con veri e propri record nel Lazio (+39,5%) e in Campania (+36,1%).

«I dati testimoniano la crescente importanza dell`imprenditoria straniera nel sistema produttivo italiano - sostengono i ricercatori della fondazione Moressa - una realtà in crescita in tutte le regioni e in tutti i settori, che non solo può rappresentare un contributo fondamentale per l'uscita dalla crisi, ma che non può essere più considerata solo una nicchia di bassa produttività, bensì un veicolo utile a creare sinergie con gli imprenditori locali e ad attrarre investimenti esteri».

Pubblicato: Giovedì, 12 Marzo 2015 12:19

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