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«I bandi per le supplenze a scuola vanno aperti anche agli stranieri»

graduatorie di istitutoCorriere della sera, 10-03-2015
Alessandra Coppola

Il Tribunale di Milano: discriminatorio il requisito della cittadinanza italiana o comunitaria per entrare nelle graduatorie d’istituto

Aperto solo ai cittadini italiani o comunitari, il bando del ministero dell’Istruzione (DM 353/2014) per la formazione di graduatorie per le supplenze è «discriminatorio». Avvocati e sindacalisti se ne sono accorti da tempo, l’ha stabilito adesso anche il Tribunale di Milano, sezione lavoro: il Miur deve riaprire i termini e ammettere gli stranieri. Tutto da rifare, dunque, per le graduatorie d’istituto in cui sono iscritti 500 mila insegnanti.

Comuni, banche, ospedali: gli altri casi di discriminazione
E’ un capitolo di una vicenda che in Italia si ripete spesso, monitorata tra gli altri dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). Lo stabiliscono con chiarezza leggi nazionali e comunitarie: possono partecipare ai bandi pubblici (e quindi essere assunti dalla Pubblica amministrazione) i rifugiati, per esempio, i titolari di protezione internazionale, gli stranieri con la cosiddetta «carta blu» (che si rilascia lavoratori non Ue altamente qualificati) o con un permesso di soggiorno a lungo termine. Ma le gare sono fatte in uffici sovraccarichi (e forse disattenti), spesso tagliando e incollando vecchie diciture superate dalle nuove norme. Dal Comune di Trieste alla Banca d’Italia, dall’Ospedale Niguarda all’Anas che per l’ultima nevicata cercava spalatori purché fossero «italiani», l’elenco dei bandi sbagliati (e in alcuni casi già corretti, l’Asl di Milano per esempio) messo insieme dall’Asgi è impressionante. E per intervenire su ogni punto della lista sono spesso necessari un ricorso e una sentenza, che riapra anche i termini. Un evidente dispendio di energie e di risorse. Inutili, a quanto pare, le ripetute segnalazioni al Dipartimento della funzione pubblica e all’Ufficio Nazionale contro le Discriminazioni (Unar).

La prof albanese che ha fatto ricorso
Il caso del bando del Miur è stato sollevato da un’insegnante di origine ucraina residente ad Ascoli Piceno, la signora I. Clamorosa, in particolare (e infatti dichiarata «illegittima» dal Tribunale), la presenza nel testo della clausola che prevedeva («inspiegabilmente», sottolinea il giudice) la precedenza degli italiani nelle graduatorie per le supplenze di conversazione in lingua straniera, le uniche alle quali gli stranieri erano ammessi, se pure in posizione subordinata. In un comunicato, «le associazioni e le Organizzazioni Sindacali ricorrenti (ASGI, APN e CUB SUR Scuola Università Ricerca) confidano che con questa vicenda (nella quale il MIUR era già incorso per un bando per il personale non docente, poi modificato senza necessità dell’intervento del giudice) si possa definitivamente chiudere la faticosa fase di non applicazione delle norme in tema di accesso degli stranieri al pubblico impiego che hanno rappresentato un significativo passo (finora rimasto poco attuato) per l’adeguamento della nostra legislazione all’ordinamento comunitario».

Fonte immagine: icdefilippovillanova.it

Pubblicato: Martedì, 10 Marzo 2015 14:02

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