Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Home a buon diritto

Notizie

I migranti che Salvini vuol lasciare in mare

sbarchi 2la Repubblica, 16-02-2015
MICHELE SERRA

SOPRATTUTTO su questioni che impiegano anni e a volte secoli per essere sbrogliate. Di questo vantaggio non ha fatto uso Matteo Salvini, che perfino di domenica si è sentito in dovere di intervenire sull`esodo epocale dei barconi nel Mediterraneo.
Tradito ( anche) dalla superficialità tentatrice di Twitter, il segretario della Lega ha diramato una manciata di parole dalla logica molto precaria: soccorrere i migranti, sì, ma lasciandoli in alto mare. Ammesso che quella tragedia consenta una lettura comica, si immaginano bastimenti carichi carichi di coperte e cibo che riforniscono quelle macchie galleggianti fatte di umani in fuga e poi salutano cordialmente, «torniamo domani, aspettateci qui e mi raccomando copritevi, che fa freddo». Altro sviluppo del piano di Salvini, dal punto di vista operativo, non è intuibile.

Più intuibile, forse, è la molla psicologica che ha fatto scattare quel curiosissimo tweet: uno scrupolo umanitario ( se preferite: la paura di sembrare troppo cinico) che fa breccia nel muro ideale con il quale il segretario di uno dei più antichi partiti xenofobi europei vorrebbe cingere i confini nazionali. L`idea di donne e bambini, e comunque di esseri umani in larga parte innocenti e deboli, lasciati alla morte per assideramento o annegamento non è facile da gestire per nessuno, e dunque portiamo cibo e coperte; ma ancora più difficile da gestire è il proprio elettorato spaventato dall`arrivo dei migranti in generale e dei potenziali criminali in particolare, e dunque lasciamoli in mezzo al mare. Con i panini e le coperte.

Sia un furbo compromesso da politicante, sia lo svarione ingenuo di una domenica che era meglio trascorrere in silenzio, il lodo Salvini almeno un pregio ce l`ha. La sua stessa goffaggine illustra quanto l`enormità del dramma dei migranti sovrasti, e di molto, qualunque intenzione di speculazione politica. È un cataclisma che cambia storia e geografia, gonfio di conseguenze funeste ( specie per chi migra) , di cozzi tra identità culturali e religiose, di problemi giganteschi, come pure di vitalità e cambiamento. È del tutto legittimo, come fanno la Lega e le forze omologhe in Europa, essere contrari all`accoglienza e considerarla un mero strumento di invasione e assoggettamento da parte, soprattutto, dell`Islam. Ma bisogna, allora, avere il coraggio delle proprie opinioni, dunque il coraggio di far pagare a loro, e non a noi, il prezzo intero dello sconquasso in atto nei loro Paesi d`origine, in Africa, nel Medio Oriente, nel-Magreb. «Che affoghino e non ci disturbino mai più» è una posizione odiosa, ma comprensibile. «Soccorriamoli ma lasciamoli in mare» assomiglia terribilmente a una facezia.

Le politiche umanitarie hanno un loro costo ( anche politico) e una loro coerenza, espongono al rischio di infiltrazioni dolose non di migranti ma di nemici; e chi le pratica, se non è uno sciocco, deve conoscere il prezzo del soccorso. Allo stesso modo le politiche anti-umanitarie, di rifiuto e di chiusura, hanno il prezzo dell`egoismo. Si capisce che, di fronte a certe imInagini di quei gusci nel Mediterraneo in tempesta, anche il capo di un partito xenofobo possa sentirsi in difficoltà. Ma quel prezzo, se si è contro gli sbarchi, tocca pagarlo fino in fondo.

Fonte immagine: arabpress.eu

Pubblicato: Lunedì, 16 Febbraio 2015 13:52

Citrino visual&design Studio  fecit in a.d. MMXIV