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Immigrati, un "tesoro" da 123 miliardi
la Repubblica, 28-01-2015
VLADIMIRO POLCHI
I dati della Fondazione Leone Moressa sul Pil creato ogni anno dai lavoratori stranieri: è l`8,8% del totale nazionale
Quasi il 50% è prodotto nel settore dei servizi e il 27% è concentrato in Lombardia. Tasso di occupazione al 57%
ROMA. E` il tesoro degli immigrati: un flusso di 123 miliardi di euro pompato ogni anno nel sistema circolatorio del Paese. Sì, perché oggi a produrre l`8,8% della ricchezza nazionale sono i 2 milioni e 400mila occupati stranieri che lavorano in Italia. Un esercito di piccoli imprenditori, domestici e operai che cresce all`ombra della crisi.
A calcolare il Pil degli immigrati è la fondazione Leone Moressa. I ricercatori, dopo aver valutato il rapporto costi-benefici dell`immigrazione (il saldo tra entrate e uscite imputabili agli stranieri è attivo di quasi 4 miliardi di euro), fotografano la ricchezza complessiva creata dai "nuovi italiani". Nel nostro Paese, infatti, lavorano oltre 2,4 milioni di stranieri (dato aggiornato ai primi 9 mesi del 2014), con un tasso di occupazione pari al 57,1% (rispetto al 41,8 degli italiani).Rappresentano il 10,8% dei lavoratori totali, con una crescita di 367mila unità rispetto allo stesso periodo del 2010. Non sono però impermeabili alla crisi, che ha portato il loro tasso di occupazione a una perdita di 5 punti percentuali in 4 anni. Non solo. Osservando la variazione negli anni della crisi (2007-2013 ), la situazione degli stranieri è peggiorata più di quella degli italiani: il tasso di occupazione degli immigrati è infatti diminuito di 9 punti, contro i 3,2 punti degli italiani.
Il tasso di disoccupazione degli stranieri è invece aumentato di 9 punti, mentre quello degli italiani di 5,6.
Ma, nonostante la crisi, resta alto il contributo degli immigrati al Pil del Paese: 8,8% del totale. E da dove arriva questo tesoro di 123 miliardi di euro? Quasi la metà proviene dal settore dei servizi (46,6%) è non stupisce, se si pensa che il 45,8% degli immigrati lavora oggi come domestico o badante. Il secondo settore è quello delle manifatture, con un quinto della ricchezza prodotta dagli stranieri (20,5%), seguono le costruzioni (13,6%), alberghi e ristoranti (8,6D%, commercio (7,5%).. Ultima, l`agricoltura (3,2%).
Osservando il "Pil dell`immigrazione" da un punto di vista territoriale, salta agli occhi come un quarto della ricchezza prodotta dagli stranieri si concentri in Lombardia (26,8%). Concentrazione confermata dal fatto che le prime quattro regioni producono oltre il 60% della ricchezza totale. Altre tre, infatti, superano quota 10%: Lazio (12,8%), Emilia-Romagna (12%) e Veneto (11,1%). Ultime, Basilicata e Molise, dove il contributo alla ricchezza regionaie degli immigrati si ferma a quota 0,2%.
E ancora: sul Pil degli immigrati incidono molto gli imprenditori stranieri, in crescita nonostante la crisi. Le loro 497mila imprese contribuiscono infatti con 85 miliardi di euro alla ricchezza nazionale. E guardando ai settori, è il commercio a detenere il record di aziende condotte da immigrati (175mila), seguito da costruzioni (126mila) e servizi (104mila).
«Il dibattito sull`immigrazione assume spesso toni ideologici, che portano l`opinione pubblica a essere o "a favore" o "contro"
l`immigrazione - scrivono i ricercatori della Moressa - oggi, invece, l`integrazione degli stranieri non è solo un dovere
morale, ma una realtà di cui l`Italia non può fare a meno. Da un punto divista strettamente economico non si può infatti sottovalutare l`apporto che il fenomeno migratorio genera in termini di ricchezza e sviluppo. Si consideri, per esempio, che l`invecchiamento della popolazione autoctona rende gli stranieri una risorsa importante per il sistema economico, fiscale e previdenziale e che il loro tasso di occupazione è più elevato di quello degli italiani».
Fonte immagine: www1.adnkronos.com