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Migranti, la Corte Ue stoppa l’Italia: sulle richieste d’asilo è competente lo Stato di approdo

migranti 13La Stampa, 26 luglio 2017

di Marco Bresolin

In un’altra causa l’Avvocato Generale chiede di respingere i ricorsi dei Paesi che rifiutano la redistribuzione

Anche in una crisi migratoria, dunque con afflussi «eccezionali», è lo Stato di primo ingresso ad avere la competenza per l’esame delle richieste d’asilo e non lo Stato in cui la domanda è presentata. Con una sentenza che ribalta il parere dell’Avvocato Generale, la Corte di Giustizia dell’Ue «blinda» il principio che sta alla base del regolamento di Dublino sull’asilo e chiude gli spiragli che avrebbero potuto aiutare l’Italia. Roma sperava infatti in un esito diverso, che avrebbe spianato la strada a una riforma di Dublino più favorevole ai Paesi di primo approdo, con una più equa distribuzione delle domande d’asilo tra tutti i Paesi Ue, anche quelli che non sono geograficamente in prima linea. Non solo, perché la sentenza di oggi sembra sbarrare la strada anche all’ipotesi circolata nelle scorse settimane in Italia di rilasciare visti umanitari. «Tale autorizzazione - si legge nel documento rilasciato dalla Corte di Lussemburgo - è valida soltanto per il territorio dello Stato membro interessato e non per il territorio degli altri Stati membri».

Il caso in esame riguardava un cittadino siriano e i membri di due famiglie afghane che nel 2016, entrati in Croazia dalla Serbia, avevano varcato la frontiera con la Slovenia. Il siriano aveva poi presentato richiesta di protezione internazionale in Slovenia, mentre gli afghani in Austria. I due Stati Ue hanno però respinto la competenza su tali domande, ritenendo che il compito spettasse alla Croazia in quanto «Paese di primo approdo». Per la Corte, dunque, resta saldo il principio del Paese di primo approdo sancito da Dublino. Anche in «circostanze eccezionali», motivazione che aveva spinto l’Avvocato Generale a dare un’interpretazione opposta nelle sue conclusioni. Raramente capita che il giudizio venga ribaltato, ma in questo caso è successo. E per l’Italia non è una buona notizia.

C’è però una magra consolazione che arriva sempre da Lussemburgo. In un’altra causa, l’Avvocato Generale ha invitato la Corte a respingere il ricorso di Slovacchia e Ungheria contro il piano di redistribuzione dei richiedenti asilo. I due Paesi, così come Repubblica Ceca e Romania, avevano votato contro la proposta in Consiglio e contestano il fatto che tale decisione si stata presa a maggioranza qualificata e non all’unanimità e senza il via libera dei parlamenti nazionali. Ma per l’Avvocato Generale il Consiglio può procedere a una «ripartizione obbligatoria» tra gli Stati. Proprio oggi è atteso il secondo step della procedura di infrazione contro Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria per le loro resistenze ad accogliere richiedenti asilo.

 

Pubblicato: Mercoledì, 26 Luglio 2017 12:36

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