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Suicidio assistito, Cappato: “Mina Welby sta accompagnando Davide, malato di Sla, in Svizzera”
Il Fatto Quotidiano, 12 aprile 2017
A febbraio Marco Cappato aveva fatto quel tragitto insieme a Fabiano Antoniani, alias Dj Fabo. Oggi, invece, è Mina Welby ad accompagnare in una clinica svizzera Davide, 53 anni, malato di sclerosi multipla dal 1993. Stessa strada, stesso obiettivo: il suicidio assistito. A diffondere la notizia è l’esponente dei radicali, che sulla sua pagina Facebook posta l’immagine della co-presidente dell’associazione Luca Coscioni. Poche settimane fa la storia di Fabiano aveva colpito e commosso l’opinione pubblica, riaccendendo così il consueto dibattito politico.
Quarant’anni, cieco paraplegico dopo un incidente d’auto, dj Fabo si era inizialmente rivolto con un video messaggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “poter scegliere di morire, senza soffrire”. Un appello rimbalzato su tutti i giornali e che aveva riportato al centro del dibattito la legge su testamento biologico, che il parlamento aveva fatto slittare per la terza volta. “È scandaloso che i parlamentari non abbiano il coraggio di prendere la situazione in mano per tanti cittadini che vivono come me”, aveva detto Fabiano in un altro video messaggio. Al ritorno dalla Svizzera, Cappato si era autodenunciato ai carabinieri a Milano. A lui potrebbe infatti essere contestato il reato di “aiuto al suicidio“, previsto dall’articolo 580 del codice penale. E in quell’occasione aveva già annunciato che avrebbe aiutato altre due persone a morire in Svizzera.
Da marzo 2015, mese d’inizio dell’azione “SOS eutanasia” dell’Associazione Luca Coscioni, è stata fornita assistenza informativa a 268 persone presentatesi in forma non anonima, e di queste 3 sono state accompagnate fisicamente. Si tratta di Piera Franchini nel 2012, Dj Fabo e Davide. Una, Dominique Velati è stata aiutata solo economicamente. Nelle risposte, oltre a dare informazioni sulla sospensione delle terapie in Italia, l’associazione fornisce informazioni sulle cliniche elvetiche solo a coloro che potrebbero avere i requisiti, fermo restando che saranno poi le cliniche stesse a decidere sulla base della legislazione del paese.