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"In Italia i razzisti sono pochi", la lezione di Promisa

razzismo 1l'Huffington Post, 12-07-2016
Mirco Sirignano

"Where are you from?", chiedo con il mio povero inglese. Promisa è nigeriano, come Emmanuel. Fuggito anche lui da Boko Haram, è nel nostro paese da diversi mesi. Ha trentadue anni, una moglie e due figli (il più grande ha cinque anni) che sono ancora in Africa. Nutre la speranza che un giorno possano raggiungerlo. Ma non qui, in Italia, bensì in Germania, dove lo aspettano "friends and work". Attende solo che i documenti siano completi. Nel frattempo, saluta e stampa un sorriso ad una coppia che sta entrando nel bar. All'uscita gli lasceranno qualche centesimo. Le persone del posto ormai lo conoscono, un altro ragazzo passa accanto e gli fa un cenno, "uè ciao". Promisa sorride di nuovo.

Il suo viaggio è la storia di molti. Partito dalla Libia, nella traversata del Mediterraneo ha visto morire molti suoi fratelli, caduti in mare anche per "hungry". Ma lui sopravvive. Passa qualche giorno a Lampedusa, mi dice, e poi viene gettato qui, in un piccolo centro della provincia di Caserta. E aspetta.

Chiacchierando, mi è venuto spontaneo chiedergli il suo pensiero riguardo la tragica vicenda di Emmanuel. Mi guarda perplesso, non sapeva di cosa stavo parlando. Ho pensato di lasciar perdere, forse meglio così. Poi invece ho deciso di raccontargli la storia di un uomo che per difendere la propria moglie da insulti razzisti è stato ammazzato da un ultrà. Gli ho strappato il sorriso dalla faccia. "Why?", mi chiede sconsolato, dopo qualche istante di silenzio. Eh, bella domanda. La ignoro. Ma volevo conoscere l'idea che si era fatto di questa storia, del nostro paese, degli italiani. Insomma, servo un assist splendido. Ma lui manca l'aggancio. "In Italia i razzisti sono pochi", riflette. E chissà perché, questa volta, sceglie di rispondermi con il suo stentatissimo italiano. Resto un pochino sorpreso. Eravamo entrati in confidenza e poteva dire quello che voleva, per quanto mi riguarda. Poteva fare di tutta l'erba un fascio, a esempio.

Come fanno molti politici in questi casi, quando siamo "noi" le vittime di questi episodi. Politici che cavalcano tragedie, che alimentano odio, che costruiscono conflitti, che utilizzano un linguaggio ultra offensivo. Piromani della politica. Promisa invece li mette in un angolo. Anche in un momento così. Non perché in Italia non esista un preoccupante clima di intolleranza, ma perché gli anticorpi possono essere più forti. Bisogna solo che reagiscano. Un ragazzino entrando gli fa una smorfia. "People here are very good with me", ha continuato.

I razzisti, in fondo, non si nascondono e non si vergognano. Sono una chiassosa e violenta minoranza. Li conosciamo, talvolta li vediamo in azione. Sono allo stadio, nei salotti televisivi, in spiaggia, al mercato. Ecco, non dovremmo mai più perdere un'occasione per distinguerci da loro. Scusandoci magari con ilvu cumprà che è appena stato insultato dal nostro vicino di ombrellone, oppure chiudendo il microfono a qualche cialtrone.

Pubblicato: Martedì, 12 Luglio 2016 11:17

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