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Violenza e tratta di esseri umani: Europa, dove sei?

art huf 5 lugl'Huffington Post, 05-07-2016
Francesco Enrico Gentile

"Chi non aveva i soldi per affrontare il viaggio in barca per l'Italia, veniva ucciso, gli venivano prelevati gli organi che poi venivano venduti ad alcuni mercanti d'organi egiziani". Si apre così l'articolo di Vita.it che riporta una verità sconcertante emersa dall'Inchiesta "Glauco 3" della Polizia di Stato, operazione che ha portato all'arresto di oltre 38 persone.

Le parole riportate sono quelle di un collaboratore di giustizia, ex trafficante, che da qualche tempo collabora con le autorità italiane. Al netto della cronaca dell'indagine le rivelazioni del pentito riportano drammaticamente il tema, sempre forte e vivo, della tratta di esseri umani. Un fiume senza fine di uomini e donne in fuga da conflitti, fame, regimi totalitari e sanguinari.

Un fiume senza fine che tuttavia, passo dopo passo, perde la sua caratteristica umana diventando sempre più cifra e non umanità. È come se nel viaggio verso l'Europa piano piano subissero una mutazione, trasformandosi in numeri, perdendo volti e storie e assumendo le sembianze di una statistica.

Il dramma è che dietro a ogni numero c'è una storia, un vissuto, una scelta traumatica che porta ad abbandonare la terra dei padri e spinge a muoversi verso un'Europa ignota e, troppo spesso matrigna.

Nell'opera di "sbiadimento umano" che colpisce questi uomini e queste donne restano sulle strade o sui barconi i volti, le mani, le gambe, i sogni di una umanità che troppo spesso non incrocia i nostri occhi di occidentali.

Non è al pietismo o al buonismo d'accatto che si intende richiamare quando di ragiona di "umanità" sebbene, in tempi di cinica austerità, anche solo questo basterebbe a riequilibrare la bilancia della solidarietà. Ricordare che accanto ai flussi migratori, alle polemiche politiche e agli infruttuosi vertici europei, dovrebbe tornare a vivere un sentimento di umana fratellanza sempre più vago e confuso.

In queste ore, da giorni, ogni giorno uomini e donne sbarcano sulle nostre coste alla ricerca di futuro, fortuna, acqua e cibo. Come rispondiamo? Forse con un sistema dell'accoglienza sempre fragile? Forse con i titoli di giornale che richiamano l'emergenza? Di certo con rispondiamo con una strategia europea e nazionale in grado di rispondere ai fenomeni migratori offrendo dignità e accoglienza decente.

L'Europa, almeno finché non crollerà sotto i colpi auto-inflitti dalla sua strategia burocratica, batta un colpo e offra ai suoi cittadini e ai migranti un sogno di integrazione, di pace e di accoglienza.

"All different, all equal" recitava qualche tempo fa una campagna no-profit. No, non siamo "all equal": non tutti rischiano di morire squarciati dalle mani di un macellaio. Non è colpa nostra, certo. Ma di certo non è colpa loro.

Pubblicato: Martedì, 05 Luglio 2016 12:40

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