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La storia di Favour commuove l'Italia, pioggia di richieste per adottarla

LampedusaDa La Repubblica del 26/05/2016
di Claudio Reale

La bambina di nove mesi è arrivata ieri a Lampedusa, la madre – incinta di un altro bambino – non è sopravvissuta alla traversata

Richieste d'adozione. Offerte d'aiuto. Una catena di solidarietà. Tutta Italia si mobilita per la piccola Favour, la bambina nigeriana di nove mesi che ieri è arrivata a Lampedusa dopo la morte della madre - incinta di un altro bambino - avvenuta durante la traversata nel Canale di Sicilia. A "Repubblica" hanno scritto in tanti: c'è Irene, che dalla Toscana si offre per aiutare Favour, "perché sono stanca di queste notizie e vorrei fare la mia parte", c'è Eleonora che invoca una raccolta fondi "per aiutare Favour ed altri bambini che condividono la sua sorte drammatica nei centri di accoglienza siciliani", c'è Valentina, che si dice "disponibile ad adottare la bambina". Non sono le sole: Giampietro scrive a Repubblica perché "non basta solo indignarsi per quello che succede" e per offrirsi per "assicurare un futuro sereno a questa bimba", Romina vuole "contattare il centro di accoglienza" per offrire un sostegno alla bambina.
La piccola Favour, al momento, è al centro di accoglienza di Lampedusa. Oggi la bambina sarà trasferita a Palermo, dove il Tribunale dei minori la affiderà a una struttura: la neonata potrà essere adottata appena il giudice darà il via libera. Intanto oggi il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha chiesto di potere salutare la bambina a nome della comunità di Lampedusa, dove Favour è sbarcata ieri senza la madre, rimasta uccisa dalle ustioni provocate dal carburante del gommone che la trasportava. Dopo il naufragio del gommone, la bambina è stata salvata da un'altra donna, che l'ha tenuta con sé - nonostante la stessa donna avesse ustioni su tutto il corpo - finché la Guardia costiera non le ha portate entrambe in salvo.
La foto della bambina ha fatto il giro del mondo. Ieri Favour è stata accudita per tutto il giorno da Pietro Bartolo, responsabile del poliambulatorio dell'isola e protagonista del documentario di Gianfranco Rosi "Fuocoammare", e dopo che la storia della bambina è diventata di dominio pubblico è partita una gara di solidarietà: "Chiamano da tutta Italia. Il telefono del nostro ambulatorio - ha detto Bartolo - squilla in continuazione da ieri. Sono famiglie che vorrebbero aiutarla. Se potessi anche io l'adotterei".

Pubblicato: Giovedì, 26 Maggio 2016 18:05

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