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Schengen, verso la proroga dei controlli
la Repubblica, 03-05-2016
VLADIMIRO POLCHI
ROMA. L`Europa si prepara a tenere "chiuse" le sue frontiere. I controlli all`interno dell`area Schengen potrebbero infatti essere prorogati fino a metà novembre. Sarebbe la vittoria dei Paesi del Nord su quelli del Sud, con Grecia, ma soprattutto Italia, a restare sole e in prima linea sugli sbarchi.
A chiedere alla Commissione Ue altri sei mesi di controlli alle frontiere interne sono Germania, Austria, Belgio, Francia, Danimarca e Svezia. Si scavallerebbe così il 13 maggio, termine ultimo oggi previsto per la "chiusura" dei confini. Ebbene, la decisione arriverà domani, ma stando alla portavoce della Commissione europea, Mina Andreeva, la lettera di Berlino e degli altri cinque Paesi è «in linea» con la road- map prevista: in Grecia resterebbero infatti «alcune deficienze» e dunque i controlli, solo su confini specifici (come quello tra Austria e Ungheria), potranno essere eliminati entro l`autunno.
A Sud, intanto, cambiano le rotte, ma non si fermano i flussi. Se Atene tira il fiato, l`Italia resta in apnea. Sul fronte sbarchi infatti la situazione si è capovolta. Dopo l`accordo Ue-Ankara (20 marzo scorso) gli arrivi dalla Turchia in Grecia sono crollati: 3.209 gli sbarchi ad aprile 2016 rispetto ai 13.556 dello stesso mese del 2015. E così è l`Italia a tornare "padrona" dei flussi. Contrariamente a quanto affermato su Repubblica da Frank-Walter Steinmeier, ministro degli Esteri tedesco, gli arrivi dal Nord Africa non stanno «calando leggermente».
Basta leggere i dati del Viminale aggiornati a ieri. Nei primi quattro mesi dell`anno sono 28.628 i migranti sbarcati in Italia: il 7,8% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Insomma l`onda non si arresta, semmai rallenta la sua corsa e con l`arrivo della bella stagione al Viminale già si fanno i conti con una possibile piena. Tanto che accanto ai quattro hotspot già aperti ( Pozzallo, Lampedusa, Trapani, Taranto) tra un mese il Viminale aprirà il quinto. Il 90% di chi arriva in Italia parte dalla Libia, che resta dunque il fronte caldo degli imbarchi. I flussi sono quasi esclusivamente di africani: le prime nazionalità dichiarate al momento dello sbarco sono quelle di Nigeria, Gambia, Somalia, Eritrea. Insomma finora sulla rotta del Mediterraneo centrale i siriani quasi non si sono visti. Segno che la chiusura della via balcanica ancora non fa sentire i suoi effetti sulle coste italiane.