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Profughi, sono 10 mila a vivere per la strada: ecco la mappa delle "abitazioni" di fortuna

art rep 13 aprla Repubblica, 13-01-2016
VLADIMIRO POLCHI

Il viaggio lungo la Penisola di Medici Senza Frontiere. Sono stati scovati e visitati edifici occupati, baraccopoli, container, casolari, parchi, binari e sottopassaggi di stazioni ferroviarie. Il risultato? Il rapporto “Fuori campo”: la prima mappatura su scala nazionale degli insediamenti informali abitati da rifugiati mai entrati nel sistema di accoglienza, oppure usciti senza che il loro percorso si fosse compiuto.

ROMA – «Sono sporco, qui non c’è nemmeno un bagno: per lavarmi devo andare in un gabinetto pubblico in centro a Trieste. Fa molto freddo la notte, ma non sappiamo dove andare: non ho un’alternativa, per questo sono qui. Sono molto stanco, viaggio da 42 giorni. Non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione, non credevo che in Europa esistessero posti così. Dormo qui da una settimana con altre tre persone e aspetto che la questura accetti la mia domanda d’asilo. Nessuno è venuto a vedere come stiamo: siamo abbandonati». A parlare è M. richiedente asilo afghano di 20 anni. Come lui, 10mila sono i rifugiati che vivono “per strada” nel nostro Paese. Invisibili e non tutelati.

La mappa della vergogna. Medici Senza Frontiere ha fatto un lungo viaggio attraverso la penisola, visitando edifici occupati, baraccopoli, container, casolari, parchi, binari e sottopassaggi di stazioni ferroviarie. Il risultato? Il rapporto “Fuori campo”: la prima mappatura su scala nazionale degli insediamenti informali abitati da rifugiati mai entrati nel sistema di accoglienza, oppure usciti senza che il loro percorso si fosse compiuto.

REPDATA: LA MAPPA DEGLI INSEDIAMENTI SPONTANEI

Le baraccopoli d’Italia. «La popolazione di questi insediamenti si trova mediamente in Italia da 6 anni – scrivono i ricercatori di Msf – e il 73% non ha alcuna occupazione lavorativa in corso. Tutti gli insediamenti destano preoccupazione in merito alle condizioni generali di vivibilità con evidenti ripercussioni sulla salute della popolazione presente, in particolare Torino/Ex Moi, Padova, Bari/Ex Set, Foggia/Ex Daunialat, Borgo Mezzanone, San Severo. Il sovraffollamento è comune a tutte le realtà».

Né acqua, né luce. «A Castel Volturno, Bari/Ferrhotel, Foggia/ Ex Daunialat e presso i casolari della Capitanata e della Calabria, i siti sono privi di connessione alla rete idrica per l’acqua potabile. Desta sconcerto in particolare la mancata disponibilità di acqua a Bari (in pieno centro cittadino, nei pressi della stazione ferroviaria) e a Foggia. Il sito di Padova, di fronte alla zona centrale della Fiera, ha solo due bagni e l’unica “doccia” a secchi è stata allestita nel giardino dell’edificio con tavole di legno. L’elettricità non è presente – oltre che in tutti i siti rurali – a Padova, Bari/ Ferrhotel, Foggia/Ex Daunialat e Castel Volturno. A Bari e a Padova si utilizzano generatori per alcune ore del giorno. Almeno tre centri in provincia di Foggia (Ex Daunialat, Borgo Mezzanone e San Severo), presentano situazioni critiche in merito alla mancata o parziale raccolta dei rifiuti e al loro smaltimento».

Pubblicato: Mercoledì, 13 Aprile 2016 11:11

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