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Telefonate a casa alle sei del mattino «Aiuto, siamo migranti sui barconi!»

art cor 31 marCorriere della sera, 31-03-2016
Rinaldo Frignani

L’allarme dato da un pensionato del quartiere Marconi che ha chiamato la polizia. Lo straniero faceva numeri a caso col prefisso di Roma: salvati in mare in più di 600

In sottofondo si sentiva il mare. «Ma non si capiva una parola, quel tipo parlava un po’ in inglese, un po’ in francese. Non capivo proprio cosa volesse all’alba». Un pensionato di 66 anni che abita al quartiere Marconi tutti poteva immaginare tranne che dall’altro capo del telefono di casa ci fosse un migrante terrorizzato, un sudanese con un satellitare, in balìa delle onde su un barcone pieno zeppo di persone salpate dalle Libia. Più di una telefonata dai toni disperati, alle sei del mattino, componendo con il telefonino numeri a caso con il prefisso di Roma. Una tecnica tuttavia utilizzata spesso dagli scafisti (che sono gli unici fra l’altro a poter possedere in quei frangenti un telefono satellitare) per chiedere aiuto e far scattare i soccorsi una volta a ridosso delle coste italiane facendo chiamare passeggeri impauriti, quasi sempre donne. Questa volta il destino ha voluto che quel pensionato si sia svegliato a forza di telefonate e che poi un poliziotto intervenuto su chiamata dell’inquilino stanco di tutte quelle chiamate incomprensibili abbia capito cosa stava accadendo e abbia dato l’allarme. Così, probabilmente, la guardia costiera è riuscita martedì mattina a individuare un gommone e quattro barconi diretti sulle coste italiane con 600 migranti a bordo che sono stati salvati. Una parte importante dei quasi 1.600 intercettati nel corso di 11 operazioni nel Canale di Sicilia e portati al sicuro.

«Dall’altra parte del telefono si sentivano le onde e il vento forte»
Il soccorso è scattato dopo la segnalazione del capopattuglia dell’autoradio del commissariato San Paolo che con un collega si era recato a casa del pensionato in via Cardano, vicino viale Marconi. All’inizio sembrava più un intervento per molestie telefoniche, visto che lo straniero continuava a chiamare a ripetizione senza riuscire a farsi capire dall’interlocutore, ma lo stesso padrone di casa ha comunque intuito che poteva trattarsi di una richiesta di aiuto di qualche tipo. Magari per qualcuno che stava tentando il suicidio. Non era così. A capire tutto è stato il poliziotto che all’ennesima telefonata ha risposto di persona. Il mare, il vento, il rumore assordante dei motori. L’impressione immediata è stata quella di parlare con qualcuno che si trovava su una barca. Poi, scambiando ancora qualche parola, l’agente si è reso conto che era un migrante che chiedeva soccorso. A quel punto è stato avvisato il comando generale della guardia costiera ed è stato individuato il punto in mare dove si trovava il satellitare dal quale partivano le telefonate.

Pubblicato: Giovedì, 31 Marzo 2016 12:20

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