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Pavia, a Casa Matti più migranti che residenti: «Via di qua»

art cor 29 marCorriere della sera, 29-03-2016
Ermanno Bidone

I 25 residenti non vogliono gli stranieri giunti a febbraio. Il caso in Parlamento. Il leghista Centinaio ha presentato un’interrogazione ad Alfano: «Scelta «irragionevole»

Venticinque profughi in una frazione di venticinque anime. «A me non hanno fatto niente ma da qui se ne devono andare». Tina, che a 82 anni suonati vive da sola in una casetta di pietra ai piedi del bosco, non ne vuole sapere. «Fossero state famiglie, non ci rifiutavamo mica, avremmo anche comprato le scarpe ai bambini. Questo è un posto dove gli anziani vengono a riposare». I venticinque richiedenti asilo arrivati dall’Africa, sono tutti uomini tra i 20 e i 30 anni. Uno dei due alberghi della frazione Casa Matti di Romagnese ha dato disponibilità alla Prefettura e, il 27 febbraio, in mezzo a una tormenta di neve, un pulmino si è arrampicato fino a lì e li ha fatti scendere all’hotel Alpe. Nel nulla. In questo piccolo borgo a mille metri di altitudine ci sono solo due chiesette, la pista da sci del monte Penice e 25 abitanti, tanti quanti i migranti, quasi tutti pensionati. «Tra le 5 persone in età lavorativa ci siamo io e la famiglia che gestisce l’albergo Penice» — spiega Samuel Cuneo, ingegnere di 45 anni, che qui vive solo con Cheope, un pastore tedesco. Dopo l’arrivo del gruppo di africani ha scritto al ministero dell’Interno: «Saranno anche bravi ragazzi, ma siamo preoccupati: è come se un’intera comunità di estranei fosse piombata di punto in bianco in paese. La tranquillità e la sicurezza sono fondamentali per noi e per i villeggianti, soprattutto anziani e mamme coi bambini. Anche perché siamo isolati e mancano i servizi».

Casa Matti dista sette chilometri (di strade impervie) dal capoluogo di Romagnese, 18 da Varzi dove c’è il primo ospedale, mentre i carabinieri di Zavattarello, quando non nevica, per arrivare ci impiegano almeno mezz’ora. L’unico negozietto che vendeva giornali e sigarette ha chiuso forse vent’anni fa. Da ottobre scorso la posta arriva a singhiozzo e per prendere un mezzo pubblico c’è da farsi il segno della croce. Come se non bastasse, dicono in paese, d’estate l’acqua arriva col contagocce per problemi agli impianti. «Senza un’auto si rischia di morire di fame — scherza Samuel, che poi si fa serio — ma chi li ha mandati non si è chiesto cos’avrebbero fatto tutto il giorno? Temiamo che una concentrazione così alta di individui in un luogo senza servizi e opportunità di lavoro sfoci in situazioni pericolose». Nei giorni scorsi Casa Matti è finito in Parlamento: il senatore leghista Gianmarco Centinaio ha presentato un’interrogazione con risposta scritta ad Alfano, definendo la scelta della Prefettura pavese «irragionevole».

Pubblicato: Martedì, 29 Marzo 2016 18:38

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