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Carcere. Audacia di un detenuto, che accusa gli agenti, di non rendere onore alla divisa…
Agoravox, 16-02-2016
Carcere Verità (sito)
Ormai da qualche anno compilo con regolarità variabile, il blog Carcere Verità. Da qualche mese la battaglia che Rachid ha cominciato in carcere e che noi, ci stiamo sforzando di far uscire dalle mura delle prigioni, è diventata di dominio pubblico.
Ma mi rendo conto che non ho mai parlato di Rachid, che fino ad oggi è rimasto solo una voce registrata su alcuni file audio.
Questo mi è venuto in mente cinque minuti fa, quando ho risposto alla domanda di un ragazzo su Facebook, che per pura curiosità, vuole capire cosa ci sia dietro le continue violenze. "Chi è questa persona che fa così arrabbiare gli agenti, da portarli sempre a reprimerlo a suon di calci e pugni?
Quali sono le sue responsabilità? Perché delle responsabilità, le dovrà pur avere".
Lo scambio di messaggi è stato così spontaneo, che lo riporto pari pari. Pur essendo una comunicazione privata, il contenuto non è certo segreto e sono stata autorizzata a pubblicarlo. Chiamerò il mio interlocutore I. (come “interlocutore”…poco fantasioso).
I. Ci sono novità ? Domanda…..quando Rachid e stato picchiato in generale e soprattutto quando gli hanno risposto le botte ti saranno utili….lo facevano con una motivazione. ..oppure molti pestaggi erano e sono in generale a titolo gratuito? B.giornata ! E di a Rachid di non mollare e tenere duro non è solo !!!
IO Grandi novità no, ma sento un interesse crescente… il fatto delle botte che sono utili, significa solo che a furia di prenderle, avrebbe imparato la lezione e avrebbe smesso di fare casino per i suoi diritti. In carcere il carattere personale non vale niente: la cosa importante è non dare fastidio. Mentre Rachid si permetteva addirittura di dire agli agenti che non rendevano onore al loro lavoro! Non potevano trovarlo simpatico. Inoltre Rachid non è capace di passare inosservato, è più forte di lui, questa sua caratteristica mi ha fatta innamorare…ma in carcere non è certo un pregio!
I. Tu dici che se si faceva i fatti suoi non avrebbe mai preso botte?
IO A Parma ha accusato il carcere di aver lasciato morire un detenuto malato, senza assistenza medica. A Firenze ha accusato degli agenti di non aver fatto abbastanza, per impedire che un detenuto si suicidasse. A Prato ha denunciato che i soldi di un detenuto morto, venivano usati dai detenuti, con la complicità di certe guardie, per fare la loro spesa e il direttore ha ammesso che era vero. Sempre a Prato ha lottato affinché la sezione protetti, avesse una scuola e alla fine c’è riuscito. Se invece di mettersi in gioco sempre in prima persona, avesse voltato la faccia dall’altra parte, per paura dei rapporti disciplinari, oggi sarebbe libero e per lo stato italiano, rieducato. Questo è il loro modo di interpretare la costituzione. Invece è stato dipinto come un detenuto pericoloso e aggressivo. Questo è il carcere.
Aggiungo solo una cosa, perché mi rendo conto di non aver risposto per intero alla sua domanda.
Anche se ti fai gli affari tuoi, non è detto che non prendi botte. Io posso dire che Rachid le ha prese, perché non si è mai fatto gli affari suoi, di altre situazioni non posso parlare, perché non le conosco.
Di certo, se di fronte all’illegalità, ti volti dall’altra parte e diventi bravo nell’arte del compromesso, eviti di prendere rapporti disciplinari.
Poi il magistrato di sorveglianza, quando deve decidere se concederti giorni, permessi o domiciliari, guarda le carte che hanno scritto su di te, non guarda mica i lividi…