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Profughi, Roma e Atene restano sotto accusa

migranti 2il mattino, 11-02-2016
val. err.

L`Ue: troppi ritardi sui ricollocamenti. Renzi: la commissione come l`orchestra del Titanic

ROMA. Sul banco degli imputati ci sono ancora Atene e Roma. La contestazione, non c`è niente da fare, resta sempre la stessa: gli hotspot e rimpatri dei migranti economici. E se la Grecia è il sorvegliato speciale, la Commissione Ue procede nel secondo passo della procedura d`infrazione aperta a luglio 2013 nei confronti dell`Italia: non ha notificato le misure con cui ha trasposto la direttiva sui "residenti di lungo periodo" che estende le regole per prendere la residenza anche ai rifugiati. Non siamo soli, Bruxelles ha inviato la "lettera di messa in mora" anche a Francia, Grecia, Lettonia e Slovenia. Poco male. Intanto l`emergenza resta. E giorno dopo giorno rischia di diventare sempre più stringente.

È Dimitris Avremopoulos, commissario europeo per l'Immigrazione, ad andare al cuore del problema: spinge per un maggiore impegno in materia di ricollocamenti e rassicura esplicitamente il premier Matteo Renzi sulla procedura di avviata nei nostri confronti per le mancate identificazioni dei richiedenti asilo. Ma poi, Avramopoulos, bacchetta l`Italia sui Cie, i centri di identificazione ed espulsione che ospitano i cosiddetti migranti economici, destinati alla riammissione nei paesi di origine: solo 420 posti a fronte dei 160mila arrivi annui.

Intanto Matteo Renzi in un'intervista a Bloomberg attacca: «La Ue è come l`orchestra che suonava sul Titanic», ma può evitare il disastro seguendo l`esempio tracciato dall`Italia. Il premier punta il dito contro la mancanza di una strategia comune rispetto alle tante crisi che la Ue si trova ad affrontare. E ricorda che l`Italia «per troppo tempo è stata lasciata sola» a far fronte alla crisi dei migranti del Mediterraneo. «Oltre al danno la beffa dello scorso anno - dice - con l`apertura di una procedura d`infrazione». La lettera, inviata dal commissario a ciascuno dei 28 ministri dell`Interno, contiene «un messaggio chiaro» e un monito: «dobbiamo cambiare marcia ai ricollocamenti...le decisioni prese devono essere attuate immediatamente». E mentre Avramopoulos precisa: «Dublino non è morto e finchè non ci sarà la sua revisione dobbiamo a mantenerlo vivo», ribadisce che a marzo la Commissione presenterà un piano per rivedere il trattato che prevede per i richiedenti asilo la presa in carico del paese di primo approdo.

«Nonostante il fatto che i ricollocamenti dall`Italia siano iniziati alcune settimane prima rispetto alla Grecia, questi sono ancora molto indietro rispetto» all'obiettivo dei 39.600 rifugiati in due anni.

Il rapporto della Commissione Ue, diffuso ieri, precisa che finora sono stati ricollocati solo 279 migranti dall`Italia, con 200 richieste pendenti rimaste tuttora senza risposta. «Il basso tasso» di ricollocamenti, però - si legge nel documento - «è largamente dovuto ai limitati arrivi di migranti» con i requisiti per beneficiarne (questo perché la faccenda riguarda soprattutto perché riguarda soltanto siriani ed eritrei). «Finora- si legge - solo 15 stati membri hanno attuato il ricollocamento con la promesa di ricevere 966 persone».

Il punto debole sono invece i rimpatri. «L`Italia - si legge ancora nel rapporto - ha compiuto oltre 14mila rimpatri di persone che non avevano diritto all`asilo nel 2015 e ha partecipate a Frontex congiunti di richiedenti asilo respinti», ma «questo resta insufficiente nel contesto di oltre 160mila arrivi» nello scorso anno. Nel rapporto si sottolinea che, se le strutture di ricezione sono «già ampiamente sufficienti» per i richiedenti asilo da ricollocare, sono invece ancora tante e estremamente allarmanti «le evidenti e gravi carenze» di sistemazioni pre-rimpatri con soltanto 420 pesti messi a disposizione. Davvero un`emergenza che sembra non riuscire mai ad avere una fine.

Pubblicato: Giovedì, 11 Febbraio 2016 10:52

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