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L’avvocato della Corte Ue sui profughi: non basta essere irregolare per finire in cella

art stam 2 febLa Stampa, 02-02-2016
Marco Zatterin

Una sentenza metterebbe a rischio i centri di accoglienza e identificazione (hotspot)

Una mossa che farà discutere e certamente riflettere. Secondo l’avvocato generale Corte di giustizia dell’Unione europea, Maciej Szpunar Szpunar, un cittadino straniero che non sia stato fermato nell’atto di superare irregolarmente un confine esterno dello spazio Schengen, non può essere recluso per il solo motivo di essere stato fermato all’interno dello spazio europeo senza frontiere. È un potenziale problema per l’Europa che sta creando dei siti di accoglienza (gli hotspot, appunto) in cui sono e saranno custoditi i migranti in attesa di essere registrati come rifugiati. Dati i tempi della pratica - sino a 18 mesi - l’idea è quella di accoglierli in una struttura chiusa sino a fine pratica. Il che, ad ogni buon conto, assomiglia a una detenzione.

La storia comincia il 22 marzo 2013, quando la signora Sélina Affum, cittadina ghanese, viene fermata dalla polizia francese al punto di ingresso del tunnel sotto la Manica, mentre si trova a bordo di un autobus proveniente da Gand (Belgio) e diretto a Londra. Avendo ella esibito un passaporto belga recante la fotografia e il nome di un terzo - ed essendo sprovvista di qualsiasi altro documento di identità o di viaggio a proprio nome - la donna è sottoposta, in un primo tempo, a fermo di polizia per ingresso irregolare nel territorio francese, per poi essere trattenuta in attesa della sua riammissione in Belgio.

Di qui la contestazione. La signora Affum ha rifiutato la regolarità del fermo. E la Corte di cassazione francese ha chiesto alla Corte di giustizia europea se, alla luce della direttiva sul rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, l’ingresso senza documenti di un cittadino di paesi terzi nel territorio nazionale possa essere represso con la pena della reclusione.

L’avvocato generale Szpunar, nelle conclusioni, dice che non si può, non almeno in questo caso. Perché alla reclusione si può ricorre solo in due casi:

1) quando sia stata applicata la procedura di rimpatrio stabilita dalla direttiva e il cittadino continui a soggiornare irregolarmente nel territorio dello Stato membro senza un giustificato motivo.

2) quando la procedura di rimpatrio sia stata applicata ed il cittadino entri nuovamente nel territorio dello Stato membro in violazione di un divieto di ingresso.

Poiché la signora Affum non intendeva entrare nello spazio Schengen (nel quale essa già si trovava in virtù del suo soggiorno in Belgio e in Francia), bensì abbandonarlo (non facendo il Regno Unito parte dello spazio Schengen), non poteva essere messa agli arresti.

Per il futuro degli hotspot, un problema mica da ridere, anche se le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia. Difficilmente, però, il conclave si esprime contro il suo avvocato.

Pubblicato: Martedì, 02 Febbraio 2016 13:56

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