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Depenalizzazione della coltivazione? Una bufala, ma ci sono altre speranze

cannabis 3Huffington Post del 14 gennaio 2016
di Antonella Soldo, Direzione nazionale di Radicali italiani

A leggere alcuni giornali in questi giorni e ad ascoltare alcuni politici sembrerebbe proprio che è lì pronta - nascosta tra i vari articoli e commi di un decreto legislativo - l'approvazione della depenalizzazione della coltivazione di sostanze stupefacenti; e che i cittadini italiani nel giro di qualche ora potranno comodamente coltivare piante di cannabis sui loro balconi, come se il proibizionismo fosse solo una pagina del passato.

In verità, si tratta di un dibattito intorno al vuoto, quello sulla presunta depenalizzazione della coltivazione di sostanze psicotrope. Perché nulla di simile è previsto nella legge delega che il Consiglio dei ministri è chiamato ad attuare entro il prossimo 17 gennaio. La depenalizzazione di cui si parla interessa solo ed esclusivamente i soggetti già autorizzati dalla normativa italiana a coltivare sostanze stupefacenti per ragioni "scientifiche, sperimentali o didattiche", come sono università, aziende farmaceutiche o enti di ricerca. Questi possono coltivare oggi e potranno continuare a farlo con le stesse identiche modalità anche dopo l'approvazione del decreto legislativo da parte del Consiglio dei ministri. L'unica cosa che cambierà sarà quella che, qualora questi enti violassero i termini dell'autorizzazione, non rischieranno più - come ora disposto - fino a un anno di carcere, ma solo una sanzione amministrativa, con multe che potrebbero arrivare fino a 50mila euro. Tutto qui.

Per queste ragioni è del tutto fuori luogo la levata di scudi preventiva da parte di forze politiche come Forza Italia, Ncd e Udc, alla sola evocazione della parola "depenalizzazione". Che pure è una parola bellissima: racchiude il senso di riduzione delle sofferenze - inutili sofferenze - dei cittadini e nello stesso tempo di riduzione dell'affanno e della compressione del sistema giustizia. Agli stessi concetti rimanda, in maniera ancor più potente, un'altra parola: "legalizzazione". Termine contenuto nel titolo di un disegno di legge, sottoscritto da ben 300 parlamentari italiani, che disciplina la coltivazione, la vendita e il consumo di cannabis. Qualcosa, insomma, sembra finalmente muoversi nelle istituzioni del nostro paese. Il testo attualmente si trova all'esame delle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera dei deputati e il suo approdo in Aula, seppure con tempi incerti, non sembra più un'utopia. Anche fuori dal Parlamento l'attenzione al tema resta alta e le iniziative sono tante: in particolare a febbraio i radicali lanceranno una campagna di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare non solo per la legalizzazione della cannabis ma anche per la decriminalizzazione dell'uso di tutte le sostanze stupefacenti.

Pubblicato: Giovedì, 14 Gennaio 2016 15:29

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