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Danimarca, accordo governo-opposizione su confisca beni migranti: "Servono a pagare spese"

immigrati 2Repubblica.it, 12 gennaio 2016

Venstre, il partito liberale del primo ministro Rasmussen, i suoi partner di destra, il Partito popolare danese (Df), l'Alleanza liberale e il Partito popolare conservatore, si sono accordati con i socialdemocratici sul contenuto del testo 'scandalo' che dovrà essere dibattuto da domani in Parlamento

COPENHAGEN - Il governo di destra in Danimarca ha annunciato un accordo con il principale partito d'opposizione che assicura una maggioranza parlamentare al suo progetto di legge sulla confisca degli effetti di valore dei migranti per finanziare il loro soggiorno, spiega il governo, pagare le spese di accoglienza e il soggiorno nei centri.

Venstre, il partito liberale del primo ministro Lars Løkke Rasmussen, i suoi partner di destra, il Partito popolare danese (Df), l'Alleanza liberale e il Partito popolare conservatore, si sono accordati con i socialdemocratici sul contenuto di questo testo che dovrà essere dibattuto da domani in Parlamento, ha riferito il ministero per l'integrazione in un comunicato.

La proposta shock dunque non si ferma, anzi ha preso forma. Il 19 dicembre i massimi media mondiali, dal Washington Post alla Bbc, avevano gridato allo scandalo, denunciandone "l'estrema crudeltà". E il premier stesso dal cui governo è scaturita si era già difeso ammettendo che evocasse i ricordi peggiori: "Esagerano a paragonarci coi nazisti".

Fu il Terzo Reich, prima in Germania poi nell'Europa occupata, a confiscare oro, gioielli di famiglia, ogni oggetto di valore, agli ebrei poi destinati alla "Soluzione finale". Attenti, non siamo nell'Ungheria di Orbàn o nella Polonia di Kaczynski: la legge, a partire da domani, andrà al voto al Folketing, il Parlamento di quella Danimarca classificata dall'Onu primo paese al mondo per qualità della vita. L'Europa più civile sta mostrando il suo volto più orrendo.

La polizia del regno dovrà essere autorizzata a perquisire ogni aspirante profugo o esule per fare l'inventario di tutto ciò che egli possiede, dice il testo della legge. E sulla base di quell'inventario, sarà possibile esigere da loro di cedere ai pubblici poteri ogni avere del valore a partire da 3 mila corone (402 euro), per contribuire a finanziare i costi che i migranti causeranno al welfare danese. Soltanto fedi nuziali, orologi od oggetti di alto valore sentimentale-emotivo in quanto ricordi familiari o personali potranno essere esentati dalla confisca.

La paura dell'ondata di migranti domina la politica danese già da prima delle elezioni dell'estate scorsa, in cui la destra guidata di Rasmussen e i populisti xenofobi del Dansk Folkeparti spodestarono la premier laburista Helle Thorning-Schmidt.

La Danimarca ha sorpreso anche pochi giorni fa, con la storia di Marius Youbi, 30 anni, originario del Camerun, studente modello perfettamente integrato in Danimarca, espulso perché lavorava troppo. È uno dei paradossi delle leggi sull'immigrazione e della crisi migratoria in Europa. MariusYoubi è infatti stato espulso non soltanto da tutte le scuole del Regno, ma addirittura dal Regno stesso, ed è dovuto tornare in patria lasciando in Scandinavia i suoi cari. Non contento di brillare negli studi accademici in Ingegneria, invece di campare a suon di sussidi e di espedienti, per mantenersi all'Università di Aarhus si era trovato un posto part-time come addetto alle pulizie.

Per scoraggiare i migranti dallo stabilirsi nel paese scandinavo, le già rigide norme danesi in materia sono state ulteriormente inasprite: sicché agli stranieri che studiano non è consentito lavorare più di quindici ore la settimana. Youbi qualche volta ha sforato il tempo-limite per raggranellare qualche soldo extra, e gli implacabili ispettori lo hanno colto in fallo, avviando la procedura di deportazione.

Pubblicato: Mercoledì, 13 Gennaio 2016 13:50

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