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Dove «cadono» gli agrumi per 50 centesimi a cassetta Viaggio nelle «tendopoli» di Rosarno e San Ferdinando

art corri 13 genCorriere.it, 13-01-2016
Antonio Ricchio

Salgono le tensioni tra i migranti che lavorano (in condizioni disumane) come stagionali: «Una bomba sociale» pronta a esplodere

ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – Questa è una tragedia da 50 centesimi a cassetta che tiene uniti tutti: bianchi, neri, padroni e clandestini. Al netto di «tasse» da versare ai caporali, ammonta a tanto il valore della raccolta di una cassetta di agrumi nella piana di Gioia Tauro. Paga da miseria per gli stagionali che arrivano dall’Africa, condizioni di vita ancora peggiori. A Rosarno, per esempio, tutto è cambiato negli ultimi tempi. Il campo container montato dalla Protezione civile nel 2011 è abbandonato a se stesso. I sei container con bagni e docce comprati con 200mila euro stanziati dal Viminale versano in cattive condizioni, fuori campeggiano cumuli di rifiuti, all’ingresso non c’è nessun controllo. L’associazione che avrebbe dovuto occuparsi della gestione dell’insediamento è andata via da mesi. Siamo nella zona industriale di Rosarno, eppure sembra di essere a Conakry, nel cuore della Guinea. In questo fazzoletto di Calabria, visto dagli africani come la terra promessa, non c’è speranza. (Tutte le foto di questo servizio sono di Alessandro Tarantino)

I prodromi di una nuova rivolta?
Tra novembre e l’inizio del nuovo anno, soprattutto nell’area della tendopoli di San Ferdinando, si sono registrate diverse intimidazioni ai danni dei neri. Un’escalation che ha fatto temere il peggio, riportando alle mente la rivolta del 2010, quando a Rosarno esplose la rabbia con assalti e spari agli immigrati. «Questa è volta è diverso – spiega Elisabetta Tripodi, ex sindaco della città, da anni costretta a vivere sotto scorta per via delle minacce ricevute dalla criminalità organizzata e da sempre impegnata sul fronte dell’accoglienza –. Io credo che la ‘ndrangheta non c’entri nulla, che si tratti dell’azione delinquenziale di giovani teppisti». La dinamica è sempre la stessa: al calar del giorno, sfruttando l’illuminazione pressoché assente nell’area industriale, scattano i raid a colpi di spranga. «I miei amici riferiscono – spiega uno degli ospiti della tendopoli arrivato dal Burkina Faso – che le aggressioni vengono compiute sempre da alcuni uomini che viaggiano a bordo di un’auto bianca priva di targa». Una versione che è confermata dai volontari (Sos Rosarno, Medici per i diritti umani e la parrocchia del Bosco di Rosarno) che operano all’interno della grande struttura di San Ferdinando.

Condizioni di vita disumane
La paga giornaliera degli stagionali ammonta, nel migliore dei casi, a 25 euro. Di questi almeno 3 vanno versati ai caporali (i lavoratori mormorano che il «pizzo» sia stato imposto dai bulgari arrivati qui), che si occupano del trasporto dei braccianti. Si lavora praticamente dall’alba al tramonto per raccogliere agrumi ma anche olive. La sera, al rientro nella tendopoli, va ancora peggio. In tende che potrebbero ospitare al massimo 4 persone ma ce ne stanno almeno il doppio. Risultato: in un campo idoneo a ospitare 500 persone se ne trovano almeno mille. Chi non ha trovato posto nelle strutture mobili realizzate dal ministero dell’Interno ne ha costruito accanto altre di fortuna. Senza corrente elettrica, con l’acqua che arriva a singhiozzo. Molti migranti girano in bicicletta ed è per questo che all’ingresso della tendopoli hanno montato su una sorta di officina per riparare i mezzi a due ruote. Convivono tutti nello spazio di pochi metri quadrati, comprese pecore e galline che assicurano formaggi e uova. «C’è un progetto da 3 milioni – attacca sempre l’ex sindaco di Rosarno Tripodi – per la costruzione di nuovi alloggi, bagni e docce. I lavori sono stati appaltati ma non sono mai partiti. È tutto inspiegabile». Fuori dalla tendopoli di San Ferdinando e dal campo container di Rosarno, centinaia di ricoveri di fortuna nella fascia che da Rizziconi arriva a Nicotera. Lamiere contorte a fare da tetto, teloni di plastica usati come copertura. E tanta disperazione.

Le istituzioni si muovono
Le aggressioni registrate nelle ultime settimane hanno fatto tornare alla ribalta l’emergenza migranti. Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, parla di una «bomba sociale pronta a esplodere» e per questo ha chiesto un intervento immediato del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Come primo provvedimento la Regione ha comunque stanziato sin da subito 300 mila euro per lavori di somma urgenza nella tendopoli di San Ferdinando. Una goccia nell’oceano dei bisogni dei disperati arrivati dall’Africa.

Pubblicato: Mercoledì, 13 Gennaio 2016 12:39

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