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Colonia: che sia occasione per riaffermare i diritti violati delle donne

tutela dirittiLa Repubblica, 8 gennaio 2016
Blog di Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)

I fatti di Colonia sono scioccanti e la prima reazione che dovrebbero provocare è di vicinanza e simpatia per le vittime. Non di odio e stigma verso i rifugiati. E’ gravissimo e spaventoso che tali atti di aggressione e violenza siano stati commessi in modo seriale e di massa. Ma la violenza contro le donne è presente ovunque e, anzi, i diritti delle donne non sono mai stati così nuovamente minacciati come negli ultimi anni. In Asia, nei Paesi Arabi, in Africa, negli Stati Uniti e in America Latina e si, anche in Europa. Sia in tempo di pace che in tempo di guerra, le donne subiscono atrocità proprio per il fatto di essere donne. Come dimenticare i rituali di aggressione di gruppo, o come si dice di “branco” di cui sono state vittime fisicamente e sul web adolescenti e donne, anche in Italia? Eppure, dei fatti di Colonia si parla ora soprattutto per scagliarsi contro l’accoglienza e non per rilanciare la libertà delle donne di vivere la propria esistenza con dignità e rispetto. Eppure, se ne parla addirittura per instillare idee su una nuova applicazione del diritto d’asilo che dovrebbe escludere, a priori, le persone di genere maschile come se essere uomo presupponesse una predisposizione genetica alla violenza. Sconcerta la facilità con cui si diffondono con leggerezza soluzioni semplicistiche e la difficoltà a parlare con libertà e voce alta dei diritti delle donne e di quanto questi non vadano mai dati per scontati, e di cosa ciò comporti, quotidianamente. Sconcerta come non si pensi al pericolo insito nel continuare a costruire capri espiatori parlando genericamente di rifugiati, mettendo concretamente in serio pericolo migliaia di persone che hanno trovato rifugio in Europa, terra che dovrebbe essere di cultura, libertà e democrazia. Sconcerta come non si dica onestamente al pubblico che una persona che commette un reato penale o che abbia commesso atti violenti non abbia in realtà diritto allo status di rifugiato. I colpevoli dovranno essere condannati, ovviamente anche se si riveleranno richiedenti asilo, e le indagini dovranno procedere spedite, nell’interesse delle donne colpite da questa violenza e nell’interesse delle migliaia di donne, uomini e bambini che dalla violenza sono fuggiti trovando rifugio in Germania. Ma non dovremo smettere di lavorare per una rinnovata affermazione dei diritti delle donne così come dei diritti dei rifugiati ad essere trattati con dignità e rispetto. Perchè gli uni non escludono gli altri.

Pubblicato: Venerdì, 08 Gennaio 2016 14:14

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