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Musulmani comprano una pagina per fare gli auguri a tutti i cristiani

art corr 23 dic 2Corriere.it, 23-12-2015

La federazione islamica del Veneto acquista uno spazio pubblicitario sul giornale: «Buon Natale»

PADOVA  Ben 457 anni dopo Cristianesimo e Islam si specchiano. Nell’anno di Charlie Hebdo, di Valeria Solesin e del Bataclan. Degli attentati a Parigi e di chi, s’è detto, vuole un «noi contro voi». In tutto questo l’occasione la dà la storia. Non succedeva da quasi mezzo millennio che la nascita di Gesù e quella del profeta Muhammad coincidessero.

Natale, tra due giorni, il 25 dicembre, e il natale di Muhammad, il Mawlud, oggi, 23 dicembre. A quarantott’ore di distanza l’uno dall’altro. E non poteva che partire da Venezia, dalla città di Valeria e dei ponti, l’ultimo braccio teso per «far capire che chi semina terrore non vince. Anzi, sta già perdendo», sostiene Mohamed Amin Al Ahdab, presidente della comunità islamica di Venezia. Il regista di tutto. Così la Federazione Islamica del Veneto compra una pagina di giornale e augura «Buon Natale» a «tutti gli uomini di buona volontà e specialmente ai fratelli cristiani. Pregando Iddio affinché regni la Pace e la Misericordia». A fianco degli auguri «nel ricordo della nascita del Messaggero di pace Gesù Cristo», sotto alla scritta in arabo e al capitolo del Corano che parla dell’Annunciazione, c’è tutto quanto risponde ai dettami dell’iconografia cristiana: Betlemme, la stella cometa e, al centro, il presepe. Con buona pace della polemiche e delle barricate secondo cui certi segni renderebbero più difficile l’integrazione tra le confessioni.

«Vogliamo dire ai cristiani di essere profondamente cristiani, il presepe non ci dà fastidio», precisa Kamel Layachi, rappresentante delle comunità islamiche del Veneto. Oggi sarà il secondo Mawlud del 2015: l’altro è caduto tra il 3 e il 4 gennaio. L’anno liturgico musulmano infatti, governato dalla Luna, corre più veloce di quello cristiano. Dove la data fissa, con la Pasqua che oscilla in base ai cicli lunari (si festeggia la domenica successiva al primo plenilunio di primavera), è il Natale. Nel calendario romano infatti il 25 dicembre si celebrava la festa del «sole invitto» che, terminando il suo progressivo declinare all’orizzonte e ricominciando a salire alto in cielo, vinceva le tenebre con la sua luce. Così come Cristo, nuova luce del mondo. Da allora, dai primi secoli del cristianesimo, l’incanto della notte di Betlemme ha lasciato un segno indelebile, perdendo, forse, l’aura sacra in favore di un’anima commerciale sempre più forte. Tanto che anche i bambini islamici, nel natale musulmano, ricevono regali. «È una coincidenza non casuale - fa notare Layachi -.

Un’occasione per riflettere assieme. Il Natale e la ricorrenza della nascita del Profeta (nel mondo islamico le feste sacre sono la chiusura del Ramadan e il Sacrificio, ndr) sono un motivo in più per raddoppiare lo sforzo in favore di un futuro comune. Gesù, come Maria, sono figure centrali nell’Islam. Un intero capitolo del Corano, il terzo, è dedicato alla famiglia di Maria e su di lei c’è anche una sura». Ed è stato durante una riunione nel giorno dell’Immacolata, l’ 8 dicembre, che Amin ha scelto di gettare le basi per il ponte degli auguri di Natale. «Abbiamo sofferto anche noi per quanto successo a Parigi - spiega al telefono -. Siamo parte di questa società e questa pagina è il risultato della promessa fatta a San Marco al funerale di Valeria Solesin. È un precedente assoluto. Quando ne ho parlato, mio figlio mi ha detto di “aver capito cos’è il Natale” al di là dei regali. Fare gli auguri è un segno di rispetto ». Sulla stessa linea don Giuliano Zatti, a Padova responsabile delle relazioni con l’Islam. «Se per un verso è utile, rasserenante ed educativo cogliere i percorsi di altri credenti, è altrettanto utile non equivocare sulle legittime differenze. I tempi che viviamo esigono una maggior attenzione reciproca e una sana curiosità. L’augurio di Natale è un segno che va in questa direzione

Pubblicato: Mercoledì, 23 Dicembre 2015 11:24

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