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Processo Magherini, tensione per il "valzer" delle aule
La Nazione
07/12/2015
Stefano Brogioni
Firenze, 7 dicembre 2015 Aula 28. No, aula 12. Anzi, di nuovo 28. Subito nervosismo prima dell'udienza del processo per la morte di Riccardo Magherini (avvenuta il 3 marzo 2014) in programma stamani al palagiustizia di Firenze. Pubblico e avvocati si erano infatti diretti all'aula 28, una delle più capienti del tribunale, che aveva già ospitato la precedente udienza.
Con una comunicazione improvvisa il dibattimento è stato spostato all'aula 12, molto più piccola: il rumoreggiare dei presenti (oltre cento persone tra pubblico e avvocati) e pure le proteste più formali dei legali hanno fatto tornare il processo all'aula 28. Per ogni cambio è stato necessario bonificare le aule con i cani anti esplosivi. L'udienza di oggi, che prevede l'audizione di testimoni oculari del 'placcaggio' in borgo san Frediano dell'ex promessa della Fiorentina, da parte dei 4 carabinieri, oggi imputati assieme a due volontari della Croce Rossa di omicidio colposo.
"In caserma raccontai: 'Quando era in terra gli hanno tirato dei calci'. A quel punto il carabiniere che stava verbalizzando mi chiese: 'Signorina, ma lo vuole scrivere dei calci?'. E io: 'Certo'. E lui: 'Non lo so, il verbale è suo' ". E' il racconto di una testimone ascoltata al processo.
Imputati sono quattro carabinieri e due volontari della Croce rossa. Sono tutti accusati di omicidio colposo; un militare anche di percosse. La testimone, Sara Cassai, ha ricostruito quanto avvenne quella notte e, poche ore dopo, in caserma, quando i carabinieri la chiamarono per il verbale di sommarie informazioni. "Mi dissero che ci sarebbe stata una direttissima perché Riccardo aveva rubato un cellulare - ha detto - Non mi dissero che era già morto".
La testimone ha spiegato di non aver visto dei calci ma dei "movimenti tali da farmi ritenere che" i carabinieri che stavano arrestando Magherini "stessero dando calci". "Ero rimasta impressionata dalla forza del ragazzo e da come, nella prima parte, i carabinieri avevano svolto il loro compito - ha detto ancora - Vista la forza che aveva lui, pensai che magari gli avrebbero tirato un destro per fermarlo". Qualche giorno dopo, ha aggiunto, "raccontai al babbo di Magherini come si erano svolti i fatti, gli dissi che suo figlio aveva una forza incredibile e che i carabinieri non riuscivano a contenerlo e che quando lo avevano messo a terra gli avevano tirato dei calci".